Lassù sulle montagne
di John Comini

Ancora una volta sul monte Stino. Ancora una volta al museo dei reperti bellici di Capovalle. Ancora una volta con i ragazzi delle attuali quinte 


C’è sempre il maestro e amico Angelo Mora a fare da animatore entusiasta. Ci sono sempre i bravi docenti, che sanno che la scuola è un momento giusto per poter ricordare la storia, quella dei nostri nonni e bisnonni. 
 
C’è sempre Michelengelo Lombardi, il cui padre Giuseppe negli anni ’90 creò il museo, essendo il paese al confine tra l’impero Austro Ungarico ed il Regno d’Italia. C’è sempre la simpatica professoressa Marca Corinna a coinvolgere i ragazzi nella sala dove ci sono bombe, fucili, scarponi, giberne, marmitte.
 
E poi ci sono loro. Gli alpini. Loro non mancano mai. Sono loro a impegnare tempo e denaro per poter far vivere ai ragazzi questa giornata indimenticabile, sotto un cielo meravigliosamente azzurro.
 
Gli alpini hanno nel proprio cuore i valori della dignità, della gratuità, dell’amicizia, della fedeltà alla Patria, hanno il senso del dovere e della solidarietà. Hanno nel proprio DNA il rispetto dell’ambiente, l’impegno per la pace, lo spirito di una parola che sembra scomparsa dal vocabolario: sacrificio. Perché ci sono valori che spesso si vogliono dimenticare. E la cosa peggiore di tutti i tempi è l’indifferenza e il dimenticare da dove veniamo. Gli alpini sono orgogliosi di esserlo, ma è una cosa che si tengono dentro, nel cuore.
 
Magari hanno idee politiche diverse, magari tengono a squadre diverse ed hanno idee differenti su tante cose. Ma li unisce e li affratellano i valori di grande umanità. Valori vissuti nel concreto, senza tante parole. Sempre pronti a collaborare con le scuole (li ho visti impegnati nella Visita al Buco del frate, nelle interviste a reduci, nel servizio d’ordine e montaggio delle tende per gli spettacoli, e non finirò mai di ringraziarli per questo). 
 
Sempre pronti ad intervenire in caso di necessità, sia che si tratti di rendere più pulito un bosco o un fiume, sia che si tratti di cercare una persona scomparsa. Gli alpini vogliono un’Italia pulita, leale, e accorrono come protezione civile, anche partendo verso mete lontane. Lo sanno bene le popolazioni che hanno subito terremoti e calamità e che nutrono un indelebile senso di gratitudine per gli alpini. 
 
Sotto il cappello con la penna ci sono persone incredibilmente generose e simpatiche. 
Fanno cose straordinarie con la massima semplicità. Senza nulla chiedere in cambio.
E poi, se stai con gli alpini sei sicuro anche di raggiungere il nirvana. Sono poche le cose che mi rendono felice, e tra queste è mangiar bene. E lassù al Rifugio ci aspettano i favolosi pizzoccheri della cordiale signora Lucia Manzoni, che oltre ad essere una brava cuoca scrive belle poesie, come questa…
 
“Nel cielo
Ho visto l’azzurro correre,
venirmi incontro, chiamarmi.
Ho allargato le braccia per accoglierlo,
ad ali spiegate, in esso mi sono fusa.
Immensa e piccolissima.
Io: una briciola di cielo.”
 
E poi si brinda alla maniera alpina:
 
“Alziamo il bicchier, facciamo cin cin, beviam beviam beviam
Tutto il mondo fa cin cin sollevando il bicchiere di vin
Cin cin evviva gli alpini cin cin!”
 
Ascolto canzoni piuttosto osé, fortuna che i bambini stanno giocando…
Mentre torno a casa, penso alle trincee, penso al sacrificio di quei ragazzi. Penso a loro, quando trascinavano il cannone sugli impervi sentieri di montagna, affondando gli scarponi nella neve. 
 
Penso a loro, quando nelle lunghe ore in trincea, intonavano canti per farsi compagnia, per sconfiggere la nostalgia degli affetti familiari e la paura di lasciarci la pelle. Penso ai milioni di morti, di feriti, di prigionieri e dispersi. Penso alle vittime civili. Penso alle donne che si sacrificavano per aiutare quei poveri ragazzi e per tirare avanti la famiglia, rimasta senza padre e senza fratelli. 
 
E ogni volta mi sembra impossibile che l’animo umano sia capace di inventare le guerre, sia incapace di trovare una mediazione, un accordo. Che poi le guerre non le pagano le persone potenti, le pagano la povera gente, le donne e i bambini. Come canta Guccini…

“Ancora tuona il cannone
ancora non è contenta
di sangue la bestia umana
e ancora ci porta il vento…
Io chiedo quando sarà
che l’uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare
e il vento si poserà…”
 
Grazie agli alpini di Prevalle per quella splendida giornata. Grazie ai docenti Raffaella,Giuliana, Francesca, Luisella, Angelo e Andrea. Mando un abbraccio telematico alla piccola grande maestra Nadia.
 
Vincenzo Ondei (una delle persone più belle che ho conosciuto nella mia vita) mi ha detto parole di stima riguardo a mio cognato Sergio Franceschetti, alpino nel cuore e nell’impegno civile, che faceva da revisore dei conti della “Monte Suello”. Ha lasciato la sua splendida famiglia per il cielo, ma da lassù la protegge e sarà sempre vicino a Rita ed ai suoi figli e nipoti dagli occhi azzurri. 
 
“Santa Maria,Signora della neve,
copri col bianco soffice mantello
il nostro amico, il nostro fratello
su nel Paradiso lascialo andare
per le tue montagne.”
 
Questa mattina a Livemmo di Pertica Alta c’è l’annuale appuntamento per ricordare i Caduti della Brigata “Perlasca” delle Fiamme Verdi. Verrà celebrata una Messa nella chiesetta di Barbaine (a poca distanza da quella di San Rocco, dove da poco si sono restaurati gli splendidi affreschi, anche grazie alla dedizione entusiasta di Daniele Meschini e dell’Associazione Riflessi di Luce). Dobbiamo imparare a non dimenticare, per rendere giustizia a tutti quelli che ci hanno donato questa libertà che spesso ci sembra scontata. Grazie ragazzi! Per tutto e sempre!
 
“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto potrebbe ritornare. Le coscienze possono essere sedotte ed oscurate.” (Primo Levi)
 
 
Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo
maestro John Comini
 
Nelle foto: 
1) Ragazzi, maestri e alpini sul sentiero delle sentinelle
2) L’alpino Vincenzo Ondei
3) Alpini, amici anche nel canto 
4) Percorso delle trincee a maggio 
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