Ricerche alla fine
di Cesare Fumana

Si stanno per concludere a Serle le operazioni di ricerca della piccola Iuschra, che ha visto in campo migliaia di uomini e il meglio della tecnologia oggi disponibile, senza finora alcun esito


Una campagna di ricerca persona, quella compiuta in due tranche a Serle, che non ha eguali in Italia: uno sforzo di uomini e mezzi incredibile che però non ha restituito nessuna traccia della piccola Iuschra.

Si concluderanno probabilmente oggi le ricerche della dodicenne di origini Bengalesi, affetta da autismo, scomparsa il 19 luglio sull’Altopiano di Cariadeghe.

Ieri sul campo hanno operato una trentina di persone, per ispezionare principalmente alvei torrentizi: una trentina, in totale, quelli controllati in questi giorni.

Le squadre erano formate
solo da uomini dei Vigili del Fuoco e del Soccorso Alpino, personale tecnico per dei luoghi particolarmente impervi. La logistica è stata curata anche ieri dalla Protezione civile di Serle. È stata scandagliata completamente la valle Salena ed alcune zone della fascia bassa di Botticino. Oggi altre due zone di Botticino saranno oggetto di ricerche e con questo si completerà l’area prevista inizialmente. Anzi, sono state controllare anche zone in più, rispetto all’area programmata.

Una ricerca senza precedenti in Italia

Con questo si dovrebbero concludere le operazioni di ricerca a Serle della piccola Iuschra, di cui non si è trovata alcuna traccia. Eppure gli sforzi messi in campo per questa ricerca sono stati davvero tanti, sia in termini di uomini sia di mezzi.

Una stima per difetto
conta 2.300 persone, fra vigili del fuoco, soccorso alpino, protezione civile, personale sanitario, scese in campo nelle due fasi delle ricerche. A questi si sono uniti altri gruppi spontanei che hanno percorso i boschi di Serle in questi mesi.

Anche l’apparato di mezzi è stato consistente, a partire dagli elicotteri dei primi giorni, i droni, con voli notturni a infrarossi e quelli diurni per mappare e sondare il territorio.

I tracciati gps delle squadre di ricerca, evidenziati sullo schermo dalle mappe Gis, coprono completamente l’area controllata, partendo dall’Altopiano fino all’abitato di Nave a Nord, nella prima fase delle ricerche, e dalla frazione di Castello fino a Botticino e Nuvolera a Sud, in questa seconda fase.

«È stato uno sforzo importante – spiega Walter Togni delle Prefettura – ma per la vita di una persona si fa tutto il possibile».

«Una ricerca di questo genere non ha precedenti in Italia – dichiara Marco Piotti dei Vigili del Fuoco –, sia per la collaborazione fra enti diversi, sia per il lavoro di coordinamento e di pianificazione compiuti. Questo caso sarà studiato a livello nazionale».

Fausto Pedrotti, della Protezione civile della Provincia, sottolinea l’ottima intesa fra enti e l’ottima preparazione del personale intervenuto: nell’arco delle operazioni non ci sono stati infortuni.

«Da questa emergenza si potranno trarre degli input importantissimi – conclude il dott. Togni –, perché la macchina messa in campo è un modello ripetibile, facilmente implementabile e adattabile a seconda delle esigenze».

In foto:
. le ricerche negli alvei torrentizi
. Pedrotti, Togni e Piotti durante il briefing giornaliero
. la mappa Gis con i tracciati gps


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