Il vescovo Tremolada presenta la sua lettera pastorale
di c.f.

“Il bello del vivere. La santità dei volti e i volti della santità” è il titolo della prima lettera pastorale indirizzata alla diocesi dal vescovo di Brescia. Questo mercoledì 3 ottobre la presentazione al cinema Cristal di Salò per le parrocchie del Garda e della Valle Sabbia


Il vescovo di Brescia, mons. Pierantonio Tremolada, fa tappa questo mercoledì 3 ottobre a Salò, per la presentazione nei vicariati territoriali del Garda e della Valle Sabbia della sua prima lettera pastorale, indirizzata alla diocesi per questo anno pastorale, intitolata: “Il bello del vivere. La santità dei volti e i volti della santità”.

L’appuntamento è alle 20.30 presso il cinema-teatro Cristal di Salò, ed è rivolto in particolare ai laici impegnati nelle attività delle parrocchie.

“Quel che rimane impresso dei santi – scrive il vescovo Tremolada – è il loro modo di vivere. Chi li incontra, non potrà più dimenticare le loro parole, i loro gesti, il loro atteggiamento, il tratto, lo stile, in una parola la loro testimonianza. Santità è una parola che suona lontana. O, forse meglio, una parola che crea distanza. Non che non piaccia. In molti suscita stima e rispetto. In qualcuno però anche un senso di disagio. Fa pensare a una perfezione inarrivabile che finisce per giudicarti. Ti porta a dire: ‘Io non sarò mai così!’. Questo soprattutto per le nuove generazioni”. Per “chi ha una certa età”, invece, “la parola ‘santità’ richiama le statue dei patroni o di altri santi”. Ma “non direttamente legato a noi, alla nostra persona, al nostro cammino quotidiano”. Eppure, sottolinea il presule, “la santità ci riguarda”.

Mons. Tremolada la presenta come “il volto buono dell’umanità, il suo lato più bello e più vero”. Perché “è l’umanità così come Dio l’ha desiderata da sempre”, “redenta in Cristo, liberata da ciò che la offende, la intristisce, la ferisce, la mortifica, la disonora; da ciò che la rende crudele, volgare, violenta”.

Una concretizzazione della santità sta “nei volti e ha volti differenti”. “La santità è il contrario di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente, opaca e ultimamente triste. È invece un’esistenza genuina, intensa, splendente e ultimamente felice”.

Nella lettera sono stati individuati anche alcuni testimoni (un volontario, due genitori, una madre medico, un curato e una Suora Operaia) che hanno raccontato in un’intervista video la loro esperienza: chi nel campo della politica e dell’attenzione agli altri, chi nella cura, chi nel lavoro.
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