Elsa Fornero e le riforme
di val.

Partecipatissima ed applaudita la serata bionese con l’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero.
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«Non ho mai detto che la legge che porta il mio nome non possa essere migliorata. Del resto quella riforma l’abbiamo fatta in poco più di due settimane, per salvare l’Italia dalla bancarotta. Vedo anche che prima si parlava di abolirla, dopo le lezioni hanno cominciato a parlare di “superamento”.
Ma ancora dobbiamo vedere bene come e soprattutto chi potrà beneficiare di una eventuale rimodulazione.
Certo non ne beneficeranno i giovani, perché all’orizzonte non mi pare di vedere nulla a loro favore. Lo sapete poi che andando in pensione prima lo farete con una pensione più bassa?».

Risoluta, decisa nelle argomentazioni
quanto precisa e “didattica” nelle esposizioni, Elsa Fornero non si è sottratta alle domande del pubblico e non ha mancato di esprimere le sue considerazioni sull’attuale governo:
«Non mi sogno neppure di mettere in discussione ciò che viene democraticamente deciso da chi ci rappresenta, ma le idee si, le discuto volentieri».

«Sia Salvini sia Di Maio dovrebbero studiare un po’ di più
per meglio comprendere come funzionano le cose in economia – ha aggiunto -. Non gioirebbero così tanto dopo aver preso la decisione di indebitare ulteriormente questa povera Italia. Vedremo poi in che modo lo faranno».

«Basta però sentire Di Maio affermare “attingeremo al disavanzo”, come se il disavanzo non fosse altro che un buco che semmai si può allargare, per capire che di economia capiscono ben poco».

Nella sua esposizione, guidata dalla giornalista Paola Pasini,
Elsa Fornero ha ripercorso le vicissitudini che la portarono al governo con Monti:
«Gli investitori temevano che l’Italia non sarebbe riuscita a saldare il debito e non lo rifinanziavano più.
Da un momento all’altro si rischiava di non poter dare più gli stipendi a medici, insegnanti ecc.
La Bce aveva proposto di acquistare lei una parte corposa di titoli italiani per mitigare la gravosa situazione e Berlusconi, allora capo del governo, aveva sottoscritto l’impegno a fare le riforme per rimettere l’Italia in carreggiata. Ma non ci riusciva. I politici di allora, dall’una e dall’altra parte, tremavano all’idea di andare ad elezioni in quella situazione e allora accettarono un governo tecnico ed arrivammo noi, col mandato di fare quello che non riuscivano a fare loro».

«Qualcuno dice che dovemmo fare il lavoro sporco. Non lo chiamerei così: abbiamo fatto ciò che era necessario per uscire da quella situazione».

Qualcuno le ha poi chiesto perché con la sua riforma non è intervenuta anche sui provilegi.

«Non potevo io inserirmi nelle questioni del parlamento, ma sono andata ugualmente dal presidente della Camera on. Fini e ho detto loro che era il caso che dessero il loro contributo, serviva un segnale forte, perché non è possibile chiedere sacrifici ai cittadini mantenendo certi privilegi».

«Ricordo la riunione con Fini e con Schifani,
che mi guardavano dall’alto in basso, però alla fine ne venne fuori che anche per i parlamentari le pensioni sarebbero state definite col sistema contributivo invece che con quello retributivo, cioè in base a quanto era stato versato nel corso della carriera lavorativa e non più in base agli ultimi stipendi presi».

Anche Elsa Fornero andrà in pensione, a novembre
, ma non con “la Fornero”, perché la professoressa è già andata oltre l’età minima pensionabile prevista dalla sua riforma.

«Fra i problemi di tipo culturale di cui soffriamo c’è, drammatico, l’analfabetismo in materie economiche. Spero di potermi dedicare all’insegnamento ancora a lungo, magari come volontaria, magari non solo in Italia».

Nessuno a Bione si è fatto vivo per manifestare il dissenso nei confronti di Elsa Fornero che invece è tanto sbandierato sui social:
«Non sono su facebook e non twitto, preferisco parlare direttamente con le persone, magari via mail, di sicuro i rapporti sono assai più positivi.
A questo proposito voglio precisare che per questo incontro io avevo chiesto di evitare di fare iscrizioni preventive. Gli organizzatori l’hanno voluto fare per motivi loro, ma io non ho nessuna paura ad affrontare discussioni civili con chiunque».

Bravi davvero quelli di Biucultura
che nella loro serie di appuntamenti hanno inserito anche quello con Elsa Fornero e anche l’amministrazione a traino leghista ad apporre il proprio patrocinio.

Poi c’è il libro di Elsa Fornero: “Chi ha paura delle riforme. Illusioni, luoghi comuni e verità sulle pensioni” Università Bocconi Editore.
«Senza nessun intento polemico, scritto dopo più di cinque anni perché ho preferito lasciar depositare le questioni» 
Chi c’era ha potuto acquistarlo e farselo autografare.

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