Fishing Cambogia
di Manuele Vezzoli

Mi trovo a Koh Rong Sanloem, un'isoletta della Cambogia meridionale e decido di prendermi un attimo per pescare


Girando l'isola non trovo grandi centri organizzati, solo qualche local e dei timidi cartelli scoloriti con scritto: "fishing".

Alla fine decido di affittare una barchetta per un pomeriggio. Verso le 2 del pomeriggio arriva un'imbarcazione capitanata da un ragazzino di 14/15 anni. La comunicazione avviene in un inglese primordiale, ma con gesti e sguardi ci si capisce e si parte.

Mia moglie, che mi accompagna, recita qualche preghiera considerati la barca ed il capitano.

Dopo circa 15 minuti siamo già sullo spot. Sapevo sarebbe stata una pesca con la sola lenza, per me no canne né mulinelli.

Sistema semplice ma comunque efficace: linea, piombo, terminale ed amo. Il tutto montato su un rotolino di plastica che funge da mulinello e come esca ad ingolosire i pinnuti listarelle di seppia.

Le altre barche presenti mi fanno ben sperare, io ed il capitano ci mettiamo subito in pesca.

La risposta è immediata, su un fondale di non più di 5 metri, i pesci attaccano l'esca e finiscono nel nostro cestino.

Mentre valuto la taglia media dei pesci che stiamo pescando, mi chiedo se qualcosa di più grosso possa mai attaccarsi ad un pezzo di seppia, caso vuole che, subito dopo, mentre sto cercando di salpare una preda sulla barca, la lenza quasi mi sfugge dalle mani, prontamente la stringo e sento che dall'altra parte qualcosa di grosso ha abboccato! Qualche secondo dopo tutto svanisce, recupero sconsolato e trovo attaccato all'amo solo mezzo pesce.

Come nei cartoni animati, il pesce piccolo ha mangiato l'esca e quello piccolo è stato mangiato da quello grosso. Il sistema della catena alimentare ha funzionato ancora una volta ed al mio amo solo una testa di pesce...
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