Così è morto Jannes Possi
di val.

La salma del noto pasticcere bresciano, recuperata dagli uomini del Soccorso alpino della Valle Sabbia, è stata ricomposta nell'obitorio del Civile di Brescia



E’ stato ritrovato senza vita in fondo al canale della Spina, dove è finito precipitando col suo furgoncino per quasi 500 metri, il corpo di Jannes Possi, il 46 enne di Brescia dato per disperso giovedì sera nella zona del Baremone.

Questi gli antefatti: l’uomo aveva raggiunto il piazzale fuori dal Rifugio Rosa, al Baremone, ancora al mattino.
Lì aveva incontrato l’amico Flavio insieme al quale aveva deciso di fare un escursione con la mountain bike.

I due avrebbero dovuto fare ritorno al rifugio per il pranzo, ma la pedalata ha richiesto più tempo del previsto e sono arrivati alle auto dopo le 15. Si sono salutati e sono ripartiti in auto, ognuno sulla propria.

Mentre Flavio decideva di scendere dalla parte di Anfo, Jan preferito scendere in Valtrompia dalla parte del Maniva.
La disgrazia mentre col suo Fiorino bianco stava affrontando il tratto di sterrato che dopo le gallerie del Baremone rasenta il crinale del Passo della Berga.

Poco prima di passare sotto alla linea dell’alta tensione
il suo furgoncino ha deviato improvvisamente sulla sinistra ed è precipitato verso Vaiale, in territorio comunale di Lavenone.

Una caduta quasi verticale per centinaia di metri, in un punto senza vegetazione a rallentarne la corsa, che non gli ha lasciato scampo. L’allarme è stato dato dalla fidanzata, Elda, che non vedendolo rientrare la sera, dopo essere riuscita a rintracciare l’amico Fabio, si è rivolta ai carabinieri.

Erano già le 21 quando sono quando sono partite le squadre del Soccorso alpino della Valle Sabbia, i Vigili del fuoco e l’eliambulanza decollata a Como che ha provato ad illuminare la montagna a giorno per rintracciare Jannes.

In quel momento imperversava un temporale. Le tracce dell’uscita di strada sono state rinvenute più tardi ed è toccato agli uomini del Soccorso alpino raggiungere e recuperare la salma, che è stata poi ricomposta all’obitorio del Civile.
Quel che è successo esattamente è al vaglio dei carabinieri, saliti in zona prima da Collio e poi, per competenza, anche da Idro.

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