E' successo a Celestino
di red.

Gli inviano la patente, ma il suo Comune non c'è più e così va persa. Esilarante il "pezzo" di Giuliano Beltrami su una vicenda iniziata in quel di Idro e pubblicata giovedì su L'Adige



La burocrazia è cieca? A sentire la storia di Celeste Bazzoli da Roncone (specificato, da Roncone) si direbbe proprio di sì. Altro gioiello da aggiungere ai molti che già adornano il volto della signora degli uffici, accanto a lenta, sorda, insensibile, inumana...

La storia si svolge in zona Tre Capitelli
, subito fuori dalla galleria di Idro, valle Sabbia, provincia di Brescia, pochi chilometri oltre il confine austroungarico.
Zona ben conosciuta dagli automobilisti, perché invita al sorpasso, quando sorpassare non si può. E quindi riserva di caccia della Polizia locale, che mantiene il sorriso sulle labbra degli amministratori locali a suon di multe.

Una mattina qualsiasi quattro giudicariesi, uno in fila all’altro, scendono verso Brescia.
Davanti si trovano un camion romeno che procede alla beata velocità di crociera di quaranta chilometri all’ora. Terminata la galleria, fuori la freccia e via, uno dopo l’altro.
Pam, pam, pam, pam! Paletta bene in vista e tutti e quattro fermi. Quattro ritiri di patente. Sorvoliamo sull’entità delle multe.

Non azzardarti a dire a Celeste (battagliero ex consigliere comunale) che è la legge, perché rischi di incorrere nella migliore delle ipotesi in un insulto.
“Mi sono fatto fregare - sostiene - perché non sapevo (l’ho saputo dopo) che fermare quattro insieme, a meno che non sia un posto di blocco con tutta l’attrezzatura del caso, è illegittimo. Altrimenti la patente non gliel’avrei data”.

Ma non è questo il punto. O meglio, non è solo questo.
Da sabato Celeste Bazzoli sta aspettando la sua patente. Che non è mai arrivata.

Motivo? Bazzoli non è uno che si perda d’animo di fronte ad un telefono che suona a vuoto. Di telefonate ne avrà fatte cinquanta, e stiamo sul buono: alla Prefettura di Brescia, alla Polizia provinciale, alla Polizia locale della valle Sabbia, alla Polizia locale della valle del Chiese.

Alla fine una cosa è riuscito a coglierla, detta con il tono imbarazzato di uno dei comandanti interpellati: “La sua patente si è persa”.
“Persa?”, ha ruggito il Celeste.

“Già, persa. E sa perché? Perché è stata spedita a Roncone”. Che, alla faccia dello spirito identitario, non esiste più da tre anni, dopo la mega fusione fra Roncone, Lardaro, Bondo e Breguzzo, che ha dato vita al Comune di Sella Giudicarie.

Quindi è facile immaginare che
la busta con il documento di Bazzoli stia girando impotente fra uffici, furgoncini, depositi e chissà cos’altro.
E pure Celeste Bazzoli è impotente quando racconta questa storia.
Ha minacciato sfracelli; ha tuonato che “in un’azienda privata, se uno ti perde la patente viene licenziato!”; ha colto l’occasione per ribadire ciò che aveva detto tre anni fa: “La fusione fra Comuni? Un danno, punto e basta”.
E’ da considerare che Celeste Bazzoli di mestiere fa l’agente di commercio, pertanto la patente è uno strumento essenziale per il suo lavoro.

La conclusione? Per ora non c’è.
Come ha detto quel comandante, “la sua patente non si trova”.

“Ma io devo lavorare, di conseguenza girerò ugualmente, senza patente”, ha ribattuto il Celeste. “Sappia che può essere sanzionato - ha ammonito all’altro capo del telefono il comandante - però sappia che se farà ricorso può vincerlo”.

Il guaio è che queste parole non volevano essere ironiche.

di Giuliano Beltrami, già pubblicato su L'Adige


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