Passaggio di testimone
di Aldo Pasquazzo

Padre Artemio Uberti a breve lascerà le Parrocchie di Pieve di Bono e Valdaone. A farsi carico dell'Unità pastorale “Madonna delle Grazie” sarà don Vincenzo Lupoli 


Domenica 2 settembre, alle ore 16, a Pieve di Bono padre Artemio Uberti lascerà la gestione parrocchiale dell'Unità pastorale “Madonna delle Grazie”. Gli succederà don Vicenzo Lupoli, già arciprete di Condino, che - oltre all'Unità pastorale “Sacra Famiglia” - dovrà condurre complessivamente ben dieci parrocchie, più la curazia di Por, per quasi 5000 fedeli. 
 
Un'unica cerimonia, quella del “passaggio di testimone”, a cui dovrebbero presenziare anche il vescovo Tisi e il vicario generale monsignor Saiani.
 
Nel frattempo, don Vincenzo continuerà ad avvalersi della collaborazione e del supporto di don Michele Canestrini - al momento residente a Cimego – nonché, da settembre, anche di don Giuseppe Caldera, che di anni ne ha 75 e che abiterà a Creto, nella casa canonica ora occupata da padre Uberti. 
 
Don Caldera, originario di Santa Croce nel Bleggio, era fino a qualche tempo fa direttore del Centro Missionario di Trento.
Padre Uberti , originario del rione San Paolo in quel di Brescia, era approdato all'arcipretale di Santa Giustina il 4 ottobre del 2004 e proveniva dal Cile, dove era stato missionario. “Ho preso in carico in maniera consecutiva – spiega il religioso - ben sei parrocchie e una curazia. Ora, a 75 anni compiuti, sono stato designato come padre spirituale al Pontificio Collegio di San Pietro, di cui fa parte anche la Propaganda Fide. In quell'ambito sarò quotidianamente a contatto con 140 giovani seminaristi provenienti da Asia e Africa”.
 
Don Lupoli, che tra qualche mese prenderà possesso della  rinnovata casa canonica adiacente la Pieve di Santa Maria, fa anche intendere che tra qualche anno la sua attuale sede potrebbe essere la sola operante nell'ambito dell'intero decanato. Tradotto in altre parole, significa che tra Pieve di Bono, Valdaone, Borgo Chiese e Storo ci sarà un solo prete - a Condino - e qualche collaboratore mobile.
 
Negli anni '60 Storo era considerata un'autentica fucina di vocazioni. In seminario – per gli amanti delle statistiche -  c'era allora come direttore monsignor Salvatore Scalvini, che riposa ormai da anni a Besozzo, nel varesotto. Insieme all'arciprete dell'epoca don Vigilio Flabbi, egli aveva incoraggiato ad entrare in seminario un elevato numero di seminaristi, buona parte dei quali erano poi stati consacrati. 
 
Ora quel fortunato ciclo si è di fatto esaurito. A Condino come arciprete decano c'era allora don Modesto Lunelli, originario di Calavino. Lo assecondavano come cappellani i compianti don Alessandro Tasin prima, don Carmelo Francesconi poi, e per ultimo don Italo Baldo.

Nelle foto, di Mario Demuzio, il bresciano padre Artemio Uberti  
180804-padre-uberti1.jpg 180804-padre-uberti1.jpg