La festa del Carbonaio
di Aldo Pasquazzo

La scorsa domenica a Malga Alpo è stata riproposta la tradizionale procedura del pojat. Oltre 600 i presenti 


Fare carbone non è un mestiere ma piuttosto un'arte, e domenica scorsa all'Alpo, alla Festa del Carbonaio, è stato evidente a tutti. Ne sa qualcosa la gente di Baitoni e Bondone, che negli anni '50 esercitava quest'attività a livello quasi industriale. Ebbene, lo scorso 29 luglio sono state oltre 600 le persone accorse per riviverne ogni dettaglio. 
 
Sulle montagne del circondario all'epoca si lavorava ininterrottamente da maggio a settembre, per dodici ore al giorno se non di più. In quota di tanto in tanto i carbonai ricevevano la visita, il conforto e il sacramento della Comunione da parte dei compianti parroci don Mansueto Bolognani prima e don Giuseppe Pellegrini poi. Erano due preti “alla vecchia maniera”, che indossavano la telara e come copricapo il cosiddetto “quadrato”. La sola differenza tra i due era che il primo si spostava alla guida di un maggiolone e il secondo con le prime 500.
 
Nel frattempo in paese restavano i figlioli, a rispettare la scadenza scolastica. Lì l'insegnante Virginia Omicini, sorella di Isidoro, che di anni ne ha 91 e che ora vive presso la Casa di riposo di Storo, faceva da maestra e anche da mamma.
 
“A distanza di tempo a Bondone resta un monumento che rievoca quella tradizione, e in estate a Malga Alpo la procedura viene tuttora rievocata da coloro che a quell'epoca erano coinvolti nella vita familiare dei carboner” ricordano il vicesindaco Giacomo Valerio e l'assessore Chiara Cimarolli.
 
Il compianto fotografo trentino Flavio Faganello e il giornalista Alberto Folgheraiter a pojat e carboner hanno dedicato spazio e tante immagini.
Per meglio riprendere le varie sequenze il popolare Flavio a Bondone e nel circondario era stato visto, dotato di più obiettivi, aggirarsi anche verso le 4 di mattina.
 
E così anche domenica scorsa, su quell'altura, erano in tanti a fare da spettatori alla creazione  del pojat. Ad organizzare e gestire il tutto i membri dell'Associazione culturale “I carboner”. Per l'occasione alle 11, nella vicina chiesetta, il reverendo arciprete decano don Andrea Fava ha celebrato la Santa Messa, cui ha fatto seguito un pranzo casereccio alla malga sottostante. 
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