Due giorni in val Formazza
di Redazione

La tanto attesa escursione dei giovani alpinisti del Cai Vestone raccontata nel diario di viaggio di Raffaele, uno degli accompagnatori 


"Finalmente l'attesa uscita dei due giorni in val Formazza è giunta ed è stata portata a compimento. Autobus colmo, più tre auto in supporto per portare il folto gruppo dell'Alpinismo Giovanile in alta val d‘Ossola, ai confini con la Svizzera. 
 
Quasi cinque logoranti ore per giungere a Riale, a 1800 metri di quota, dove calziamo gli scarponi e affardellati dallo zaino partiamo in salita verso il la diga del lago di Morasco. Ambiente stupendo, giornata fantastica, qualche macchia di neve ancora presente sui versanti in ombra.
Percorso comune all'inizio, poi due le destinazioni: per il gruppo Avanzato il rifugio 3A dell'Orga-nizzazione Mato Grosso a quota 2960 metri, per il Base il Cittá di Busto a 2480.
 
La strada sterrata che costeggia il lago invoglia ad allungare il passo, prontamente frenato dall'erta salita che impenna sul ripido versante che sale verso la piana del Camosci.
 
Appena il sentiero spiana leggermente, i due gruppi si separano, al Base tocca la ripida salita che a balze porta verso il rifugio, mentre per il gruppo dei ragazzi più grandi, di cui sono l’accompagnatore, spetta la traversata che conduce al rifugio Mores presso la diga dei Sabbioni. 
Magliette bagnate e passo pesante sono il segno preciso che sia tempo di sostare e di ricaricare le energie. Approfittiamo di uno spiazzo per una pausa. Borracce e beni di conforto fanno la loro comparsa ad alleggerire gli zaini ma appena rifocillati, dai sacchi escono anche i cordini per il pre-visto ripasso dei nodi. Buona la scusa per prolungare la sosta, ma unire l'utile al dilettevole è sempre buona cosa.
 
Traversata la diga, il sentiero torna a diventare ripido, si incomincia a intravedere il rifugio là in alto, ma ad ogni passo pare si allontani invece di avvicinarsi. La testa del gruppo con Narciso davanti fa la differenza ed il gruppo si sgrana sui tormentati tornanti della salita. 
Poco male, rimaniamo comunque in "in vista” e gli accompagnatori sono ben distribuiti lungo il gruppo. Alla fine tutti raggiungiamo il 3A e ci sistemiamo nelle camere in attesa della desiderata cena. 
 
A fine pasto i ragazzi più grandi intonano una prima canzone che a catena ne trascina altre, coin-volgendo giovani ed adulti che in sintonia danno voce al piacere di stare insieme. Prima di ritirarci in camera, i volontari dell'OMG gestori del rifugio trovano il tempo di raccontarci il Progetto che li a-nima e li motiva nel loro "essere volontari ad aiutare i Poveri". 
 
Sorvolo sul coprifuoco anche se devo ammettere che anche su questo punto, quello forse più osti-co, i nostri ragazzi stanno maturando nel rispetto degli altri. 
 
Sveglia alle 6.30, qualche viso stanco a testimoniare una notte un poco scomoda. Colazione veloce e zaino pronto. 
In attesa dell'arrivo di tutti, un gruppetto di ardimentosi risale la cresta per giungere a quota 3000, battesimo per alcuni di loro. Foto di gruppo prima della partenza con la solita allegra "caciara", ma una sorpresa mi aspetta: quando mi giro verso il gruppo in posa e scorgo alto, sostenuto dalle braccia di Luca Piccolo e Da-niele un bianco, mezzo lenzuolo su quale leggo questa frase: BEPPE SEMPRE CON NOI.
 
Ho spesso affermato il mio rispetto e stima verso questi ragazzi, ma il gesto a ricordo del nostro Beppe, reggente della sezione di Vestone ma sopratutto Accompagnatore di Alpinismo Giovanile, che ci ha da pochi giorni lasciato, non può che rinsaldare la stima che provo per loro. Nessuno di noi adulti era dietro all'idea di quel lenzuolo, l'iniziativa è partita dai ragazzi (Luca Grande e Davide) che volevano significare il saluto a Beppe, augurio che avevo intuito anche la sera prima nelle voci che cantavano sommesse"Signore delle Cime”.
 
Partenza a imboccare il nevaio che ci porterà al rifugio dove hanno dormito i nostri compagni del Base. Giunti lì, non li troviamo, sono scesi anticipandoci verso il Bättelmatt. Nella piana individuiamo la colorata fila di ragazzi guidati da Mara, che già stanno risalendo le ripide rampe che portano verso il passo del Gries ed al confine svizzero che varcheremo tutti assieme in un unico gruppo. Foto ricordo e via pimpanti verso l'autobus che ci aspetta. Sosta sotto gli alberi di un bel parcheggio a dare fondo ai viveri che le anime buone dei genitori dei nostri ragazzi ci avevano fornito, per poi ripartire e rientrare puntuali per le 21 a Vestone.
 
Buona uscita, un poco ruvida, impegnativa per i dislivelli e la quota. Lungo il viaggio in autobus e un'accoglienza un poco spartana nel rifugio ai 3000 metri ma ci sta, siamo o non siamo giovani Al-pinisti? Come sempre buona la partecipazione dei volontari del Cai. Grazie.
 
Ultimo pensiero in merito al rispetto e alla stima, termini che paiono a volte "fuori posto" nel rapporto di un adulto verso un giovane, solitamente si pretende che il rispetto e la stima viaggino al contrario, ma è sciocco pensare che per forza la direzione debba essere a senso unico.
 
Sono orgoglioso di fare parte di questo gruppo che dà grande affidamento, e non parlo solo dai ra-gazzi più grandi. E’ stato piacevole giungere affaticato al passo del Gries e trovare sorridenti e or-gogliosi i giovani del gruppo Base che si permettono di “bagnare il naso” a molti adulti. 
Qualcuno, è vero, fa fatica e a volte soffre anche, ma quanto entusiasmo, questi giovani non mollano mai!"
 
Forza ragazzi, alla prossima

Raffaele 
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