Il Pd è scomparso (o almeno si spera)
di Luca Rota

Le elezioni comunali delle scorse settimane, e la praticamente nulla opposizione effettuata nelle Camere, sembra abbiano sancito un dato, politicamente parlando, storico: il Pd è scomparso (o almeno si spera)


Ne danno il "triste annuncio" anni di completa genuflessione al sistema lobbistico in generale, il non aver mai minimamente provato a riformare la macchina statale, l’aver reso precario oltremodo il mondo del lavoro e minimizzato a dismisura lo stato sociale.

Aggiungiamoci
l’ignobile appoggio all’industria del gioco d’azzardo legalizzato, l'aver governato insieme a Verdini ed Alfano, il patto del Nazzareno con Berlusconi, i soldi alle banche, la (pessima) riforma della Scuola, l’appoggio al governo Monti e l’accettazione delle legge Fornero.

Una creatura che sin dalla sua nascita
, non ha mai fatto pensare a qualcosa che potesse funzionare.
Un animale “moderato”, che è ciò che piace mediamente all’italiano, dall’anima bianca a tinte rossastre, che mai s’è preoccupato di cosa potesse minimante riguardare il popolo e la crisi che stava attraversando.

Una mistura di orripilanti correnti, orientate verso il non so dove, con a capo personalità tra le più varie (Veltroni fu il primo, poi Franceschini, Bersani, Epifani, Renzi oggi Martina); un essere definitosi di centro-sinistra, ma operante ripetute politiche di centro-destra.

Termini questi che
in era moderna, magari avranno poco valore, e risulteranno persino poco comprensibili ai più giovani.
Volendo, e dato il clima pallonaro da Mondiale, potremmo tradurli così: definitosi attaccante, e con indosso la maglia numero 9, ha costantemente giocato in difesa (delle lobby e dei loro interessi).

Una forza d'opposizione,
che in quanto tale, oggi promette misure alternative a quelle proposte dall'attuale governo, dimenticando però di essere stata al governo nell'ultimo quinquennio.
Perché non le abbia attuate prima tali lungimiranti misure, non ci è dato saperlo.

In ogni caso amen.

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