Monte Suello, tanto lontano e ancora così vicino
di Marisa Viviani

Battaglia di Monte Suello, 3 luglio 1866, Terza Guerra di Indipendenza. Sono trascorsi 152 anni da quell'antico avvenimento che fece la storia del nostro Paese. Ma ha ancora senso oggi celebrare fatti tanto lontani nel tempo?

 
Lo scorso sabato 30 giugno si è tenuta la cerimonia di commemorazione della battaglia che risollevò le sorti di una guerra sostanzialmente perduta da parte del Regno d'Italia (dopo le clamorose sconfitte di Custoza e Lissa). La battaglia fu combattuta dall'Esercito Volontario Garibaldino e da reparti di Bersaglieri genovesi e Artiglieria da montagna del Regio Esercito a Monte Suello, nell'area dei Comuni di Anfo e Bagolino. L'esercito austriaco venne respinto oltre il confine tra i due Stati (Ponte Caffaro lo delimitava), nella Valle del Chiese e in Val di Ledro, fino a Bezzecca, dove Garibaldi ricevette l'ordine di fermare la sua avanzata e dove pronunciò il celebre "Obbedisco".
 
Della sanguinosa battaglia, che lasciò sul terreno i corpi di 70 soldati italiani e contò 266 feriti - tra cui lo stesso Garibaldi - e 22 dispersi, si sono conservate memorie vive e un segno tangibile nel sacrario che raccolse i resti dei morti, per la maggior parte giovani volontari provenienti da tutte le regioni, inseguendo l'ideale di unificare l'Italia in un unico popolo.
 
È a quei valori di fratellanza, di alta idealità che spinse tanti uomini e giovani a sacrificare anche la propria vita, che sono dovuti il rispetto e l'umana partecipazione dei contemporanei; perciò sì, ha ancora senso oggi onorare con il ricordo chi ha lasciato sul nostro territorio e nella nostra memoria il segno del suo passaggio nella storia.
 
Anche quest'anno la celebrazione è stata organizzata dall'Associazione Capitolium, che ha in carico la custodia dell'Ossario di Monte Suello; rappresentanti di associazioni d'arma, accompagnatori e semplici cittadini hanno presenziato alla cerimonia. Il picchetto d'onore per l'alzabandiera e la deposizione della corona d'alloro presso il sacrario è stato affidato all'Associazione Nazionale Carristi, sezione di Brescia; molto orgoglio è stato espresso dal suo presidente Rosalino Sarotti, per questo primo incarico ufficiale della commemorazione.
 
Erano inoltre presenti: il sindaco di Anfo Umberto Bondoni; Artiglieri e Alpini di Ponte Caffaro; Fanti e Alpini di Bagolino; Sezione Alpini "Monte Suello" di Salò; Associazione Nazionale Fanti con il Presidente Provinciale Olivo Dorosini, il Consigliere Nazionale Vincenzo Ferrero, e il Comitato Patronesse sezione di Puegnago; Associazione Nazionale Marinai d'Italia, Gruppo Idro Vallesabbia e Sezione di Brescia, Associazione Nazionale Paracadutisti, Sezione Lago d'Idro; gli Alpini di Anfo erano rappresentati da Edoardo Capelli, a cui va il ringraziamento per il lavoro di manutenzione del sacrario.
 
Il Presidente dell'Associazione Capitolium, Federico Vaglia, coadiuvato dal suo vice Sergio Masini, hanno fatto da guida alla visita del sacrario, mettendo a disposizione del pubblico il materiale informativo pubblicato dall'associazione.
 
Sappiano, o ricordino, tutti coloro che passano davanti a questo sacrario, che stanno attraversando i luoghi della nostra storia. Riportiamo qui le parole di Alfredo Bonomi, pronunciate nel 2016, in occasione del centocinquantesimo della Battaglia di Monte Suello:

"150 anni: ma la storia continua a parlare. (..) I giovani che hanno lasciato la vita su questo aspro monte credevano in qualcosa. Questo atto di ricordo è un appuntamento con chi ci ha lasciato, che serve alle comunità per pensare, alla Nazione per riflettere, in un mondo che è completamente diverso, ma l'uomo è sempre uomo e nei valori si ripete."

L'Associazione Capitolium, presieduta da Federico Vaglia, col sostegno del vicepresidente Sergio Masini, oltre ad aver promosso studi, manifestazioni, incontri culturali, pubblicazioni e vari eventi al fine di raccogliere il denaro necessario al recupero dell'Ossario di Monte Suello, è attiva in campo culturale anche a Brescia, dove è impegnata nello studio del cimitero monumentale Vantiniano, nel restauro delle lapidi e nel recupero del suo patrimonio storico-artistico. Ha in attivo 62 lapidi già restaurate, e in programma il recupero di un'importante lapide relativa alla Battaglia di Solferino e San Martino.
 
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