Sfera Onlus, il riscatto parte dalla donna
di Redazione

I grandi network delle telecomunicazioni, oltre che il Rotary Valle Sabbia, la Cassa Rurale e numerose aziende del territorio a sostegno del progetto della Casa della Pace della Onlus bresciana che opera in Congo


Sono molte le onlus attive nei Paesi in via di sviluppo e ancora di più i progetti che si propongono di promuovere la cooperazione internazionale ma i grandi gruppi della telecomunicazione: Tim, Vodafone, Wind, Tiscali, Poste Mobile e Fastweb hanno scelto di sostenere un progetto bresciano promosso dalla onlus SFERA Mons. Franceschetti che sta realizzando a Kikwit, in Congo, un centro di promozione dell’educazione con l’inedita forma della collaborazione tra enti, associazioni, congregazioni religiose, movimenti e università.

A Brescia si è tenuta la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa che prevede una raccolta fondi realizzata dal 24 al 30 giugno 2018 con un sms al numero 45582 che consente di donare 2 euro oppure 5 o 10 euro da rete fissa sempre chiamando questo numero valido per tutti gli operatori telefonici aderenti.

Il Progetto della Casa della Pace in Congo ha ottenuto negli anni scorsi un sostegno importante dal Rotary Valle Sabbia e anche dalla Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella oltre che da numerose aziende del territorio valsabbino che hanno offerto materiali e forniture utili alla realizzazione del centro.

In occasione della conferenza stampa abbiamo chiesto al vice presidente della onlus Nicola Bianco Speroni (il presidente è Ennio Franceschetti della Gefran) quali sono i motivi per cui questi grandi gruppi hanno scelto il progetto bresciano.

“Credo che gli elementi che hanno indotto a scegliere il nostro progetto – risponde Bianco Speroni – siano più di uno: certamente - nella particolare sensibilità oggi più diffusa - l’idea che questi nostri fratelli africani vanno aiutati nel loro contesto sociale, che ci si debba impegnare cioè a promuovere occasioni di sviluppo economico, della formazione e dell’assistenza sanitaria che consentano loro di trovare opportunità di vita migliori nel proprio Paese piuttosto che dover fuggire. Nello specifico questa raccolta finanzierà la parte del centro che si occupa della formazione delle donne e dell’avvio di una attività di sartoria.

Un secondo elemento
è certamente dato dal fatto che la Repubblica Democratica del Congo è oggi fra i Paesi dove è più difficile la vita per la carenza di istituzioni e di governo, per la situazione politica instabile, la violenza fomentata da chi ha interesse a depredare le risorse minerarie del Paese, per le difficili condizioni igieniche e di assistenza sanitaria che hanno portato nelle scorse settimane a riproporsi lo spettro dell’ebola che già qualche anno fa uccise migliaia di persone.

Da ultimo, ma non per ultimo, certamente il fatto che il Progetto Casa della Pace si propone di essere un laboratorio che mira a proporre un approccio nuovo alla cooperazione nel quale gli enti coinvolti sono molti e diversi ma che hanno competenze e carismi complementari. Se la congregazione religiosa che condivide l’impegno sul posto è quella delle Suore Francescane Angeline l’impegno gestionale vede coinvolto il Movimento dei Focolarini. L’Università Cattolica realizza il progetto educativo e forma gli insegnanti, l’associazione sviluppa l’apporto dei volontari che fanno un percorso di crescita personale prima di divenire testimoni della condivisione nell’esperienza Casa della Pace”.

Testimonial della campagna sarà Fiona May
e in queste ore nel web viene condiviso un video che mostra l’incontenibile esultanza dell’ex atleta per il record della figlia 15enne proprio nella sua specialità, il salto in lungo. Ma Fiona May un salto da record vuole contribuire a farlo fare anche al progetto da realizzare in Congo con il titolo “Il riscatto parte dalla donna”; per questo ha accettato di comparire in uno spot che promuove la raccolta fondi straordinaria attraverso sms e offerte da telefono fisso.

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