Coda velenosa
di Ubaldo Vallini

Dopo la bomba d'acqua del martedì mattina, ancora violenti temporali sulla Valle Sabbia, dove si fanno i conti con i danni



Martedì mattina è toccata a Odolo, Preseglie, Barghe, Vestone, Sabbio e Treviso Bresciano, centri della media Valle Sabbia, di essere bombardati in poco meno di un’ora dall’acqua che di solito cade in un mese.
Martedì sera e nella notte, i temporali si sono fatti sentire ancora e la peggio è toccata ad Anfo e a Gavardo.

Sul lago una frana ha richiesto lo sgombero temporaneo di due abitazioni, fra le quali nella tarda serata sono scesi diversi metri cubi di materiale, che poi si è riversato lungo via Castello, è arrivato in paese ed è sceso lungo la Provinciale fino al rondò in ingresso del paese.

Gli addetti del Comune, alcuni volontari e gli uomini e i mezzi della ditta Salvadori Costruzioni, hanno lavorato fino alla 5 del mattino per rimuovere il materiale dalle strade.

Ieri è intervenuto un geologo della Regione che ha valutato il pericolo residuo rappresentato da alcuni massi ancora pericolanti: ha consentito il rientro nelle loro case della cinque persone sfollate e predisporrà un piano di intervento sul fronte frana.
A Gavardo si sono allagati non pochi scantinati.

Per il resto, a passare ieri nei luoghi del disastro, non sembrava vero quello che si era vissuto il giorno precedente.
Il gran dispiegamento di forze istituzionali e, a diverso titolo, volontarie, hanno infatti avuto il merito di aver affrontato praticamente tutte le emergenze e di averle in gran parte risolte.

Restano ancora in alcuni punti dei problemi, seri quelli legati alla viabilità.
A Odolo ancora deve essere ripulito il museo del Ferro, ma soprattutto è praticamente da ritracciare la strada che porta al Monte Ere, in parte franata e in parte col fondo divelto.
Lassù ci sono un numero imprecisato di abitazioni rurali e di rifugi che ora sono raggiungibili solo salendo da Vallio Terme, a meno di possedere un fuoristrada, ma di quelli veri.

Ancora è interrotta la 237 del Caffaro fra Pregastine e Preseglie e per raggiungere il centro della Conca d’Oro è necessario salire da Barghe: ieri i funzionari della Provincia hanno effettuato un sopralluogo sulla frana che incombe sull’arteria e verificato la necessità di un ulteriore disgaggio; dovrà poi essere innalzato un muro e occorrerà fare ricorso all’ingegneria naturalistica per fermare il terreno soprastante.
Per eseguire l’intervento ci vorrà qualche giorno.

Critica la situazione anche a Treviso Bresciano, dove sono state ripristinate alcune strade secondarie, tranne una che richiederà ulteriori interventi.

Ancora c’è da fare la conta dei danni, che sono ingenti sia nel settore pubblico sia in quello “privato”, intanto gli amministratori stanno valutando la possibilità di chiedere lo stato di calamità naturale.
Coldiretti ha denunciato alcune grosse difficoltà e gli enormi danni subiti da alcune aziende agricole.

E il sindaco di Odolo la butta lì, a mo’ di seria provocazione: «Non so se riusciremo a farci rimborsare dallo Stato in tutto o in parte i danni che abbiamo subito, però sarebbe il caso che almeno ci lasciassero spendere i soldi che già abbiamo, con una deroga al patto di stabilità. Altrimenti oltre al danno qui finisce che subiamo anche la beffa».

.in foto: Anfo il giorno dopo; i lavori lungo la 237 a Preseglie, uno scantinato allagato a Gavardo.



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