«Storie vestonesi. Ricordi del sergente»
di Redazione

Sabato 16 giugno, nel decimo anniversario della scomparsa di Mario Rigoni Stern, Vestone rende omaggio al grande scrittore, cittadino onorario vestonese, con la presentazione di un libro con gli scritti per pubblicazioni e associazioni locali


Il Gruppo Avis Valsabbino, il collaborazione con il Comune di Vestone e i gruppi di Vestone e Nozza dell’Associazione nazionale alpini, ha promosso la pubblicazione del volume di Mario Rigoni Stern, “Storie vestonesi. Ricordi del sergente (1974-1992)”, curato da Giancarlo Marchesi, Grafo edizioni, che sarà presentato sabato 16 giugno, presso l’auditorium vestonese, intitolato nel 2009 proprio al grande scrittore vicentino.

Rigoni Stern è stato un amico affezionato del Gruppo Avis Valsabbino, grazie al presidente e socio fondatore del sodalizio, il farmacista Felice Mazzi. Fu infatti l’Avis, in occasione del suo decimo anniversario di fondazione, nel 1974, ad invitare, per la prima volta, lo scrittore a Vestone, paese che sul finire dell’ottocento aveva dato il proprio nome al battaglione nel quale, durante il secondo conflitto mondiale, aveva operato lo scrittore.

Da quella prima occasione, le partecipazioni di Rigoni Stern agli anniversari avisini si susseguirono nel tempo, tanto che in occasione del venticinquesimo di fondazione, nel 1989, il sergente maggiore del battaglione Vestone scrisse un articolo dal titolo “Donare”, dedicato al tema del sangue, apparso sulla pubblicazione che Felice Mazzi aveva realizzato per la ricorrenza.

Il libro sarà presentato presso l'auditorim comunale "Mario Rigoni Stern" alle 17.30. Oltre al curatore Giancarlo Marchesi, interverrà Nunzia Vallini, direttore del Giornale di Brescia. Letture a cura di Stefano Corsini.

Il Gruppo Avis Valsabbino ha il piacere di proporre ai lettori di Vallesabbianews questo interessante scritto di Rigoni, ormai introvabile, segnalando agli avisini del gruppo che domenica 17 giugno, presso l’unità di raccolta sangue di Barghe è in programma dalle 8 alle 10.30 il secondo appuntamento primaverile di donazione.


Donare di Mario Rigoni Stern

Ho consultato ora quattro vocabolari per sapere come i linguisti definiscono il verbo transitivo "donare". Con sfumature più o meno sottili dicono tutti la medesima cosa, ma chi fa professione di scrivere molte volte, anzi sempre, deve guardare anche alle sfumature e a queste sottigliezze, e scegliere quella tra le definizioni che più si addicono al suo stato d'animo  e alla situazione contingente.
Ecco, allora, che per i donatori dell'AVIS sceglierei questa: "Donare volontariamente, con assoluta liberalità, senza esigere nessuna ricompensa o restituzione".

E alla voce "sangue"? Non avevo mai notato come tanto spazio fosse dedicato a questo sostantivo. Ma tra tante definizioni scelgo questa che mi sembra la più semplice "Tessuto fluido, che circola nell'apparato  cardiovascolare degli organismi superiori. È un liquido vischioso, opaco, di colore rosso scarlatto nelle arterie e rosso scuro nelle vene, il peso specifico ecc.".

Ma su questo sangue migliaia e migliaia di pagine sono state scritte in ogni lingua, e sin dall'antichità: trattati scientifici, e poi il sangue dei martiri di ogni fede; sangue di soldati, di rivoluzione, di sterminio, di vendetta, di mafia, di terrorismo, sangue sulle autostrade,  sangue di incidenti sul lavoro.

Quanto! Troppo sangue, essenza vitale, è stato irrorato  sul nostro pianeta Terra: piccola aiola che ci fa tanto  crudeli.
Eppure... Eppure c'è anche chi il sangue lo dona con assoluta liberalità quando un altro simile qualsiasi ne ha bisogno, e niente chiede in cambio. O, solo, una fratellanza o una cena annua­ le, o un bicchiere di vino alla domenica dopo la messa, ma non con i donatari bensì con i donatori.

Ecco: migliaia e migliaia di pagine scritte sul sangue o su "fatti di sangue" e niente, o poco, su chi il sangue lo dona. Ma forse è meglio così perché tra loro vale il detto evangelico non sappia la mano destra quello che fa la sinistra; ma quando in treno, o sull'autobus, o al mercato, o sul lavoro incontrate uno o una che sul petto ha un piccolo distintivo dove da una mano distesa il sangue che cola viene raccolto da due mani protese, allora, guardatelo con profondo rispetto perché quella è una decorazione che più di ogni altra vale.
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