In pochi minuti l'acqua di un mese
di val.

Da Odolo a Vestone e poi su per Capovalle e Treviso Bresciano. Ecco la mappa del disastro
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Il temporale ieri mattina era atteso, ma non con questa violenza. Le nubi, gonfie e nere, sono arrivate da Sud-Ovest annunciate da una serie interminabile di lampi e di tuoni. Intorno alle 8:30 hanno cominciato a scaricare acqua sul Colle di Sant’Eusebio e poi, come se avessero deciso di seguire la linea tracciata dalla 237 del Caffaro, sono precipitate nell’ordine su Odolo, Preseglie, Barghe, Nozza e Vestone.

Non senza una bella dose di prepotenza residua, hanno poi deviato verso le montagne che ci sono fra Treviso Bresciano e Capovalle, dirigendosi verso il Garda.

«Per mezz’ora almeno sono scesi 80 mm/h di acqua, che equivalgono al doppio di un forte temporale, che però solitamente non dura più di una manciata di minuti» ci dicono dalla sala operativa allestita nei locali della Comunità montana, dove i funzionari valsabbini e quelli della Provincia, hanno gestito le squadre di Protezione civile affiancando così i vigili del fuoco nella gestione dell’emergenza, in stretto contatto con la Prefettura.

Si tratta di quella che viene ormai comunemente chiamata “bomba d’acqua”. E’ andata bene che il fenomeno è stato locale e circoscritto, questo ha fatto in modo che il Chiese, pur essendosi gonfiato in alcuni punti per più di due metri, ha svolto egregiamente il suo compito di drenaggio senza creare ulteriori danni.

Nei paesi colpiti direttamente, invece, sono state un paio d’ore di paura e molte di più di intenso lavoro da parte di numerose squadre di operai e  di volontari, coordinate sul posto dai sindaci.
Davvero non si capisce come nessuno si sia fatto del male.

A Odolo l’acqua è scesa senza ritegno lungo gli impluvi del Monte Ere, aggredendo il paese fino ad accumularsi per quasi un metro in piazza, entrando nei negozi, negli scantinati, nelle case e persino in una chiesa.

A Cagnatico la Vrenda si è gonfiata al punto da strappar via una ruspa da un cantiere, mente in un garage ha sollevato un’auto che i proprietari hanno dovuto agganciare ad un trattore per evitare che venisse inghiottita dal fiume.

A Preseglie ad avere la peggio è stata la 237 del Caffaro, con una frana che ne ha suggerito la chiusura salendo da Pregastine, mentre è andato completamente sott’acqua il grande magazzino della Ferrutensili.

A Barghe non c’è stata strada che non si è trasformata in un canale, dalla parte di Provaglio come dalla parte di Preseglie, coi cittadini che prima hanno dovuto rimanere rintanati in casa, poi lavorare alacremente per svuotar cantine e portar via detriti a camionate.

Così a Promo di Vestone, a Nozza, in Via Paline e in contrada Santa Lucia, dove i detriti sono arrivati fin sulla Provinciale e non si contano i locali invasi dall’acqua. La viabilità principale è stata ripristinata ovunque (meno che a Preseglie) in poche ore.

Un’alluvione di analoga violenza, la si ricorda avvenuta nel 1981.

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