Fermato dalla griglia
di val.

È stato trovato privo di vita, contro la griglia della Centrale idroelettrica Ex Cbo, a Villanuova sul Clisi, il ragazzino inghiottito ieri dalle acque del Chiese a Roè Volciano


Non aveva ancora tredici anni ed è morto annegato nel fiume Chiese, dove era andato a giocare con un amico.

Per quasi due ore tutti hanno sperato che si fosse aggrappato al ramo di qualche pianta, fra quelle che si chinano fino a sfiorare l’acqua, oppure che i sommozzatori riuscissero a trarlo in salvo.

Invece no: intorno alle 19 hanno trovato il suo corpo incastrato nella griglia della centrale idroelettrica ex Cbo a Roè Volciano.
Senza più vita.

La tragedia che si è portata via Hamza El Amrani, si è consumata una manciata di chilometri più su, a Roè Volciano, poco più a valle del ponte che attraversa il Chiese e porta a Pompegnino di Vobarno.
In quel punto c’è una “travata” che taglia in obliquo il fiume e prima del salto la corrente sembra rallentare.

Hamza e Nabil non sapevano nuotare, ma si fidavano del fondo che in quel punto è basso e melmoso: non era la prima volta che tornavano a casa sporchi di fango, incuranti dei rimbrotti da parte dei genitori.

«Ad un certo punto ho visto Hamza che scappava via, preso dalla corrente
– ha raccontato Nabil ai carabinieri, che in quei frangenti cercavano ogni elemento utile per poterlo rintracciare -. Io ho urlato, lui no. L’ho visto affondare e poi risalire, poi affondare ancora, verso il centro del fiume. Per un po’ ho corso lungo la riva, poi non l’ho visto più e sono corso a casa più presto che potevo».

Da una mamma all’altra, poi i vicini
che sentite le urla e vista la donna disperata correre verso il fiume hanno allertato il 112.
Così dalle 17 in poi sul posto si sono riversati mezzo paese a fare da supporto allo strazio della famiglia ed imponente la macchina dei soccorsi: la medicalizzata, i volontari del Garda, quelli dell’Anc e l’eliambulanza, da Salò i carabinieri col maggiore Firinu e i vigili del fuoco, da Brescia i colleghi sommozzatori del Nucleo di ricerca e soccorso (Sar) che sono scesi subito in acqua col gommone a supporto, seguendo la corrente.

Poi gli agenti della Locale della valle Sabbia.
Ad un certo punto è arrivato anche l’elicottero dei vigili del fuoco, che ha perlustrato il fiume dall’alto.

Palpabile sul viso di tutti lo sgomento. E col passare dei minuti il timore di un esito drammatico prendeva il sopravvento.
Erano ancora tutti impegnati nelle ricerche, con le speranze al lumicino, quando è scattato l’allarme nella centrale elettrica, dovuto ai sensori che indicavano che qualcosa si era incastrato nella griglia del canale di approvvigionamento.
L’hanno trovato lì.
Più tardi la salma è stata ricomposta nell’obitorio di Gavardo, a disposizione delle autorità.

Hamza, nato in Italia, di origine marocchina, lascia un fratello diciannovenne ed una sorellina di dieci anni, la mamma lavora in paese a Roè facendo le pulizie, il papà in fabbrica a Casto.

«Una famiglia benvoluta, integrata, attenta ai bisogni dei figli – hanno detto alcuni dei suoi insegnanti -. Oggi è stato l’ultimo giorno di scuola e giusto nel pomeriggio si sono svolti gli scrutini: Hamza, ragazzino riservato e sempre attento in classe, frequentava la 2^ media a Roè ed è stato promosso a pieni voti».

.in foto: il ritrovamento all'ex Cbo; Le prime fasi delle ricerche; il luogo dove Hamza ha lasciato i vestiti, prima di immergersi nel fiume.

180608_villanuova_05r.jpg 180608_villanuova_05r.jpg 180608_villanuova_05r.jpg 180608_villanuova_05r.jpg