La danza del galleggiante
di Elio Vinati

Tra fine aprile e inizio maggio si è assistito ad abbondanti precipitazioni e temperature miti che hanno provocato un massiccio e rapido scioglimento delle copiose nevicate invernali 


La prima ovvia conseguenza è un deciso innalzamento dei livelli dei fiumi e torrenti, con relativo intorbidimento delle acque. La seconda è un calo drastico della temperatura dell'acqua. In queste condizioni la pesca con esche artificiali, sia essa a mosca o a spinning (tecniche a me più congeniali) sono a dir poco proibitive. 
 
E allora cosa fare? Aspettare forse che scendano i livelli? Oppure cogliere l'opportunità di affrontare il torrente in modo alternativo? Risposta ovvia. Mi attivo pertanto preparando una canna da 4 m estremamente leggera e maneggevole, montata inizialmente con un galleggiante da 3 gr, girella tripla e terminale da 50 cm dello 0,18 mm. A far da esca il classico lombrico su amo nr. 6.

Non potendo risalire il torrente in piena, scelgo gli spot di più facile accesso, rappresentati da grosse buche, pescando a piede asciutto. Lancio la lenza ai margini della buca dove la corrente è meno impetuosa e crea dei meravigliosi rigiri che consentono al galleggiante di esibirsi in una accattivante danza tra le acque. 
 
Non è facile regolare la profondità in quanto spesso l'acqua torbida non te lo concede e bisogna procedere per tentativi. Ed ecco che finalmente una tocca decisa fa sparire il galleggiante sotto la superficie, Strike! Una fario rustica combatte tenacemente spingendosi dove la corrente è più forte, ma l'attrezzatura reagisce con disinvoltura. 

Fantastico. Incoraggiato, decido di spingermi ancora più in alto dove il torrente, senza perdere la sua potenza, si presenta meno torbido. Qui mi trovo ad affrontare una corrente più veloce e lineare a bassa profondità, pertanto utilizzo un galleggiante da 4 gr e pesco con una sorta di 'passata', facendo raschiare il fondo al verme.

Un improvviso stop del galleggiante durante il tragitto mi porta a ferrare con decisione: di nuovo strike. Che giornata. Al prossimo ballo, pardon, danza...
 
 
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