Dall'infinitamente grande all'infinitamente piccolo
di Enneci

Interessante incontro quello di venerdì sera con il prof. Oliviero Cremonesi all’Istituto “Perlasca” di Idro sull’affascinante progetto di ricerca nei laboratori di fisica nucleare del Gran Sasso


Dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo. Concetti che il prof. Oliviero Cremonesi, ricercatore presso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), Sezione di Milano Bicocca e valsabbino Doc, ha cercato di spiegare ad un pubblico molto attento venerdì sera presso L’istituto “Perlasca” di Idro, per la rassegna “Occasioni di cultura”.

La Fisica è ritenuta, a ragione, un argomento molto ostico da masticare, perché si occupa di spiegare fenomeni naturali non già di difficile comprensione per i non addetti ai lavori, ma anche e soprattutto perché il linguaggio che usa è quello matematico.

Il prof. Cremonesi in primis riconosce la difficoltà di fare divulgazione scientifica in un ramo così specifico ma, dopo aver assistito alla sua “lezione”, possiamo affermare che è riuscito nel suo intento.

Dopo una doverosa introduzione su come lavorano i fisici e a quali domande vogliono dare una risposta, il professore ha fornito i concetti basilari della fisica come atomo e particella per poter spiegare il suo attuale progetto di ricerca.

I concetti citati, infatti, sono necessari per capire le dimensioni della particella ricercata: il neutrino.

Questa sfuggente particella subatomica elementare potrebbe essere il grimaldello per capire meglio il nostro universo e rivoluzionerebbe il modo con cui i teorici descrivono la realtà.

Nei laboratori dell'INFN sotto il Gran Sasso, il prof. Cremonesi e la sua equipe cercano di “catturare” i neutrini grazie al progetto “CUORE”.

Un cuore gelido poiché nel “metro cubo più freddo dell’universo” (poiché si discosta dallo 0 assoluto di soli 5.9 millesimi di grado) sono custoditi gli strumenti per rivelare i segreti di questa particella e per dare una risposta alle teorie formulate negli anni ’30 del secolo scorso da  Majorana legate alla simmetria tra materia e antimateria.

La tecnologia impiegata è simile concettualmente ad un calorimetro. La temperatura di esercizio così bassa permette di verificare ogni minima variazione causata dalla cattura di un neutrino da parte del sistema.

Per fare ciò è stato costruito uno schermo di protezione in piombo che circonda la macchina.

Poiché il piombo appena lavorato
in metallurgia possiede una radioattività naturale che scompare dopo una ventina d’anni è stato necessario utilizzare del materiale proveniente da un relitto di una nave romana affondata al largo della Sardegna oltre 2000 anni fa.

Il ciclo di incontri “Occasioni di cultura”, promossi dell’Istituto Perlasca di Idro, proseguirà venerdì prossimo con la conferenza-spettacolo “L’azzardo del giocoliere”, con Federico Benuzzi.


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