Accoglienza, tra luoghi comuni e realtà
di Federica Ciampone

Questo il tema dibattuto in città lo scorso 10 maggio, in un incontro pubblico organizzato dalla rete dei progetti Sprar del territorio bresciano


Lo scorso 10 maggio, a Brescia, si è tenuto un incontro pubblico denominato "Accoglienza dei richiedenti asilo a Brescia, analisi del fenomeno e delle pratiche in essere", organizzato dalla rete dei progetti Sprar della Provincia di Brescia. Durante la serata sono stati presentati i dati dell'accoglienza e le pratiche che hanno reso possibile gestire la situazione nella nostra provincia – da anni interessata al fenomeno dell’accoglienza dei richiedenti asilo -  con progetti Sprar e Cas.
 
“E' stata l'occasione anche per un confronto sui luoghi comuni che circolano nell'opinione pubblica, al fine di fornire un'informazione precisa e puntuale” ha commentato il sindaco di Serle, Paolo Bonvicini, il cui Comune ha aderito al progetto Sprar mettendo a disposizione 10 posti per i rifugiati politici.

Con lo Sprar è l’Amministrazione comunale a gestire, tramite una cooperativa, l’accoglienza dei rifugiati, evitando che privati e cooperative affittino abitazioni dove inserire richiedenti asilo senza il controllo comunale.  
 
I numeri dell’accoglienza. Nella Provincia di Brescia, su una popolazione totale di circa 1.260.000 abitanti, i posti di accoglienza totali sono circa 3000, di cui 420 negli Sprar e 2600 nei Cas: la percentuale posti/popolazione è dello 0,25%. Dei 205 Comuni bresciani, 107 sono coinvolti nell’accoglienza, di cui 39 nello Sprar.
 
“Tutti in Italia! E in Europa?”, “Gli immigrati ci rubano il lavoro”, “Non pagano le tasse”, “Aiutiamoli a casa loro”… sono questi, ma anche molti altri, i luoghi comuni che circolano quando si parla di immigrazione.
 
Dieci confronti tra questi luoghi comuni e la realtà dell’accoglienza sono stati redatti dal portale openmigration.org, un progetto di informazione aperto e orizzontale sul tema delle migrazioni. Un tipo di informazione non per soli specialisti ma per tutti, senza retorica, pregiudizi o stereotipi, che si propone di scardinare i preconcetti prevalenti e pericolosi utilizzati dai media e da alcune forze politiche quando viene affrontato il tema dell’immigrazione.
 
Open Migration è dunque un progetto che usando competenze, dati e conoscenze vuole contribuire a formare le opinioni e le coscienze sulle migrazioni, al riparo da sterili pregiudizi. 
 
  
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