Nel «Cuore» della terra
di Redazione

Per la rassegna Occasioni di cultura, questa sera all’Istituto Perlasca di Idro sarà ospite il prof. Oliviero Cremonesi, fisico valsabbino, responsabile di un importante progetto di ricerca nel laboratorio del Gran Sasso


Da Sabbio al Gran Sasso alla ricerca dello zero assoluto. Il freddo più freddo che ci sia, al centro di un esperimento ai confini della realtà che vede impegnato anche Oliviero Cremonesi, fisico valsabbino e responsabile internazionale del progetto «Cuore» (acronimo di Cryogenic Underground Observatory for Rare Events).

Il prof. Cremonesi, sarà ospite questo venerdì sera, 18 maggio, alle 20.30, presso l’Istituto Perlasca di Idro, pre la rassegna Occasioni di cultura, per presentare questo importante progetto scientifico, che ha come obiettivo quello di studiare la struttura della materia.

E per farlo, a una profondità di 1.400 metri nella roccia del Gran Sasso, dove ha sede l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), è stato creato un «frigorifero» gigante che fa raggiungere a una tonnellata di ossido di tellurio una temperatura molto vicina allo zero assoluto, ovvero 10 millesimi di grado sopra i -273,15 gradi centigradi. Si tratta di un record assoluto, raggiunto utilizzando particolari accorgimenti con refrigeratori a diluizione di elio.

«Cuore» è il risultato dell’impegno di più di 150 ricercatori, soprattutto italiani e americani. Ma ci sono anche francesi, cinesi e spagnoli.

Responsabile scientifico dell’esperimento, come detto, Oliviero Cremonesi, 59enne di Sabbio Chiese che vive a Pavia, dove si è laureato nel 1982. «Se per vedere le stelle è curiosamente necessario scendere nelle profondità terrestri per togliere di mezzo la luce del giorno – ha raccontato - per studiare le particelle più piccole bisogna isolarsi il più possibile. E il modo più facile è mettersi sopra la testa la maggiore quantità possibile di massa terrestre».
171031_cremonesi1r.jpg