Donne, fra botte e violenze psicologiche
di Adriana Galati

La violenza: parola brutta che porta con se un odio smisurato! Violenza fisica, violenza psicologica e quelle che ne soffrono di più al giorno d'oggi sono proprio le donne




Leggo continuamente di donne violentate, picchiate e l'unica con “colpa” di aver dato un’attenzione sbagliata, di aver detto una parola di troppo, di essersi vestita in modo provocante, di essere capitata al posto sbagliato all momento sbagliato, di aver frequentato gente sbagliata.

Scrivendo queste frasi (che si sentono dire per crearsi una difesa) mi viene da pensare che alla fine non ci siamo poi così tanto evoluti.
Si ritorna ancora ai “tempi medievali” dove la donna era vista soltanto come uno strumento.
Alla fine non abbiamo poi ottenuto tutta questa libertà di cui si parla.

C'è sempre stata nella mentalità dell'uomo la differenza sostanziale tra lui e la femmina.
Ma è mai possibile che bisogna aver paura di andare in un locale o di uscire tardi la sera perché -si sa- è pericoloso?
Cosa fa sentire un uomo in grado di picchiare sua moglie, sua figlia o chiunque altro?
Bhe, questo non lo so; d’altronde, è risaputo che certi uomini (che paiono animali) non hanno un cervello.

Ma invece soffermiamoci un attimo sulla violenza psicologica, tante le sfaccettature per questa categoria, di solito è la fase prima della violenza vera e propria.
Può iniziare con delle discriminazioni ripetute continuamente; con delle parolacce dette con l'unico scopo di offenderti e farti sentire piccola; sgretolando quella forza che crescendo hai acquisito.

Sentirti a disagio camminando per strada
perché vedi sguardi perversi di persone anche anziane, clacson che suonano, commenti indiscreti, sono tutte piccole cose che non dovrebbero esserci.

La donna non è una merce al mercato, la Donna: è una persona in carne ed ossa, è una persona che ha una vita, una libertà, un anima e in quanto tale va rispettata!

Tempo fa guardando un programma in tv ho sentito una ragazza giovane (non avrà avuto più di 25 anni) parlare di quello che le era successo.
Un concetto mi ha colpito particolarmente: il fatto che si è sentita “sporca” per un lungo tempo, che non riusciva a togliersi quella “sporcizia” che aveva invaso la sua innocente giovinezza.

Pensai subito all’uomo -se mai così si possa definire- che le aveva fatto questo, non mi capacitavo di come fosse riuscito a ridurre una povera ragazza in questo stato.
Ma la cosa più bella è che alla fine ha vinto lei! È riuscita a denunciare il fatto, e dopo qualche tempo, (molto tempo) è riuscita ad andare avanti, anche se una cosa del genere non si può dimenticare.

Penso che sia proprio questo il messaggio che bisogna lanciare e che da estranea mi permetto di suggerire: parlate, denunciate, solo così si potrà ottenere qualche cambiamento, altrimenti l'unica cosa che si otterrà è la vittoria di quegli individui maschi che penseranno di poterlo fare ancora.
Questo problema sempre più frequente deve essere affrontato ed eliminato perché la Donna ha combattuto per ottenere i suoi diritti e nessuno può permettersi di strapparglieli.

Adriana Galati

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