1AG, a Punta Larici con Luca
di Martina Piccini

Forza fisica ma anche di volontà, affetto, amicizia, fatica, bellezza, e sorrisi


Per chi non ha vissuto questa giornata sembreranno parole messe su un foglio bianco, così, senza un nesso logico, senza nessun senso.
Per chi invece ha avuto la fortuna di vivere questa grandissima avventura saprà benissimo cosa vogliono dire. Non sono semplici parole, bensì sensazioni, emozioni che molte volte ti fanno riflettere davvero.

Ci siamo fatti un nuovo amico: Luca. Ragazzo paralizzato, che durante una vacanza è rimasto tetraplegico.
Ha perso l’uso di tutto il corpo, ma non del sorriso.

Sentire raccontare la sua storia nei minimi dettagli fa capire tante cose: il fatto di non perdersi mai d’animo nonostante tutti gli ostacoli e gli imprevisti che ci possano accadere; di continuare a vivere con il sorriso, scherzando, perché di vita ne abbiamo una e solo una ed è inutile vivere nel rimorso, nella tristezza, nel pensiero di vendetta contro chi ti ha ridotto così.

Lui nonostante tutto era lì.
Nonostante tutto e tutti quelli che gli hanno fatto del male era lì che sorrideva, sapendo che incontrerà sempre grandissime persone pronte a farlo stare bene.                                                                                                                                                           

Come ci ha detto un nostro prof., lui si è fidato di noi, senza ripensamenti.
Condivido in pieno queste parole, perché Luca non ci conosceva. Avremmo potuto essere come i suoi vecchi “amici”, coloro che dopo l’incidente lo hanno abbandonato da solo nel deserto.

Eppure lui ha voluto credere in noi. Così, lo abbiamo portato tutto il viaggio in una joelette (carrozzina apposita per portare chi non è in grado di camminare) tra le nostre braccia ed ha imparato a conoscerci durante questo fantastico percorso.

Questa esperienza mi ha lasciato un segno profondo, visto che mi lamento per una sciocchezza e lui invece, dopo tutto quello che ha passato, è lì che racconta la sua storia sorridendo.
Ad ascoltarlo ti viene veramente la pelle d’oca.

Credo che questa giornata abbia fatto riflettere anche i professori, che hanno avuto la forza sia fisica che mentale di portare Luca fino alla vetta, ascoltando la sua storia, rispondendo alle sue domande, facendolo sorridere, perché è questo che lo rende veramente felice: l’affetto, l’amicizia vera che gli abbiamo dato.

Anche noi studenti ci siamo alternati per portarlo. Per chi ha provato, devo dire che non è stata una passeggiata. E’ stato faticoso, impegnativo, ma ne è valsa la pena.
Ognuno di noi è andato a casa stanco, ma con una storia in più nel cuore, con sensazioni nuove (che magari non aveva mai pensato di provare) e con sorrisi di chi c’è l’ha messa tutta per arrivare fino lassù. Anche chi era stanco e affaticato, si è reso poi conto di quanto ne fosse valsa la pena.                                                                                                                      

Arrivare in cima a Punta Larici
ci ha lasciato davvero un grande stupore: vista mozzafiato, osservando l’intero Lago di Garda dall’alto, con Luca contento, perché non ha la possibilità di fare queste tipo di cose ogni giorno.

Questa giornata è stata una grande esperienza di vita. Mi ha insegnato che non può essere sempre tutto rose e fiori; ogni tanto nella vita si cade.
Ma la cosa più importante è alzarsi, alzarsi anche da soli, sapendo che ci saranno sempre persone nuove pronte a sorreggerti e tenerti in piedi.

di Martina Piccini, 1AG
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