Camminata nei segreti di Baderniga
di Paolo Catterina

Una nuova iniziativa… un breve percorso tra le viuzze di una contrada, raccontando ad ogni angolo vicende antiche e reconditi segreti che le pietre, le case… e le famiglie del paese ancora custodiscono


L’originale serie di iniziative avviate dall’Associazione Culturale “I Giorni” per animare la memoria collettiva della comunità e disvelare il passato curioso e intrigante delle contrade del paese sarà riproposta questo venerdì, 18 maggio. Questa volta i luoghi e le persone ruotano intorno alla contrada di Baderniga, con il suo antico nome e le mille storie raccontate nel buio della serata primaverile.
 
Siamo ormai alla quarta “camminata” tra le vie del paese scandita dai racconti intriganti, frutto di storia o di tradizione gelosamente tramandata, tutte onorate di una partecipazione straordinaria che ha quasi sempre oltrepassato la centuria di persone attente ascoltatrici degli ammalianti racconti.
 
L’iniziativa di quest’anno si concentra sulla contrada di Baderniga ed è stata preceduta da un lavoro di raccolta di interviste di anziani abitanti del luogo, sapientemente raccolte in un libriccino che sarà distribuito ai partecipanti. Negozi ormai scomparsi, personaggi che hanno reso viva la contrada per decenni, vicende ordinarie e straordinarie.
 
Dall’antichissimo nome della contrada si passerà alla storia curiosa di un grandissimo erudito del Settecento, don Gianmaria Biemmi, storico di altissimo livello, plagiato ma vendicatosi con l’ambiente culturale producendo un falso storico che ingannerà persino Alessandro Manzoni. Biemmi era originario di Baderniga, la piccola contrada con una piazza che era poco meno di uno slargo, ma che in epoca fascista ottenne una roboante intitolazione ad un martire politico. Intitolazione prontamente annullata con la caduta del regime. E poi ancora vicende che in una contrada assurgono a storia… ma ve n’è una in particolare che ha tutti i toni di uno scoop.
 
In questa edizione della camminata la vicenda clou, infatti… non l’unica, ma certamente quella più attraente, è costituita da un episodio già narrato in una precedente iniziativa. Si tratta di un fatto di cronaca inedito ma dai contorni che fanno invidia alla realtà di oggi e che si arricchisce di particolari di recente acquisizione.
 
La vicenda oscura e poco conosciuta si sussurrava un tempo nelle case della contrada, ma ebbe ad esplodere nel 1907, quando un gravissimo episodio sacrilego scosse il paese. Una domenica mattina di luglio, tra la Messa Prima e quella Cantata, tre energumeni armati di scala e un secchio riempito con escrementi “pennellarono” tre grandi croci sulla facciata della Chiesa Parrocchiale di San Michele. Un gesto oltraggioso e blasfemo che colpì al cuore il paese intero. 
 
Fino a pochi decenni fa i segni di queste croci erano ancora visibili sulla facciata. Una vecchia cartolina ne è testimone.
 
Il parroco, don Antonio Ducci, già chiacchierato e con molti detrattori che gli lavoravano alle spalle, non attese che la messa solenne per tuonare dal pulpito additando i presunti mandanti inondandoli di ogni maledizione. Ne nacque anche una vicenda penale, poiché il parroco fu denunciato per calunnia e  diffamazione. Si trattava di potenti personaggi del paese, alcuni di loro erano amministratori comunali, alcuni si dimisero… Fatto sta che il parroco fu trovato morto in circostanze misteriose e sospette, non sapendo mai se si fosse trattato di un incidente o di omicidio.
 
Don Antonio fu ritrovato una fredda mattina di novembre nella roggia delle Fucine, il calesse con il cavallo a breve distanza. La vicenda fu chiusa come un fatto accidentale, ma il paese fu scosso dalla certezza che il fatto fosse stato doloso. Nessuno sapeva, poi, che il parroco aveva già sottoscritto la rinuncia alla Parrocchia per il peso della situazione che si era creata.
 
I tre energumeni che materialmente eseguirono il gesto sacrilego finirono delle sorti drammatiche che molti in paese indicarono come inequivocabile segno del castigo divino.
 
Già, ma cosa c’entra Baderniga in questa storia?
 
I motivi per i quali il parroco era inviso al paese erano per alcuni aspetti legati a questione di interessi confliggenti tra il Beneficio Parrocchiale che lui gestiva (terreni, proprietà e liti legate ad affitti ed altri affari economici) ma soprattutto perché il parroco frequentava assiduamente una donna di Baderniga.
 
Niente di impuro o peccaminoso, pare, piuttosto una sorta di sudditanza che il sacerdote subiva da una donna che aveva un carisma mistico assai potente, sì da “guidare” il parroco nelle sue scelte e in molte decisioni. Questa continua frequentazione del parroco presso la casa della donna di Baderniga dava adito, poi a pettegolezzi e “scomarate” di ogni genere… ma tutto finì… nel peggiore dei modi.
 
Senza volere svelare in anticipo la storia possiamo anticipare che grazie a Rosa Tonni, abitante originaria della contrada, il nome della donna in questione è stato ritrovato, ma i particolari che la circondano sono ancora, se possibile, più avvincenti.
 
Si tratterebbe della bisnonna di Rosa, morta suicida proprio nello stesso anno 1907 dopo essersi gettata da un ponte del paese. La figlia, all’epoca novizia in convento, venne allontanata a causa di questo evento ma a rendere più penosa la storia che sfocerà nel gesto sacrilego e con la morte anche del parroco vi è la storia del figlio, scriteriato e malvagio… fino ad aggredire il padre per derubarlo.
Insomma… una serata che si annuncia interessante e che ammalierà i partecipanti.
 
Il ritrovo è alle ore 19.45 in Viale Rimembranze n.1; la partenza per la passeggiata alle ore 20.15. In caso di eccessiva pioggia l’iniziativa sarà rimandata.
 
Al termine una piccola festa di contrada che tornerà ad essere animata di voci, volti e personaggi strappati all’oblio. 
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