Adunata a Trento, oltre l'impossibile
di Cesare Fumana

Anche il presidente Mattarella ieri al raduno delle Penne nere a Trento a omaggiare il centenario della fine della Grande Guerra e le attività e i valori di cui sono portatori gli Alpini


“Per gli Alpini non esiste l'impossibile”. È questo il motto della 91ª Adunata degli alpini Trento, inciso sulla parete sud del Doss Trento, sotto il mausoleo dedicato a Cesare Battisti.

Questa frase è stata ribadita in diverse forme sugli striscioni delle sezioni dell’Ana che hanno sfilato ieri per le vie di Trento, per confermare l’impegno degli Alpini al servizio del proprio Paese.
In particolare quello molto concreto nella ricostruzione post sisma del centro Italia, con una serie di nuovi edifici pubblici nei piccoli comuni terremotati.

Come sempre, l’Adunata è un tuffo nell’italianità, intesa come spirito di appartenenza al proprio Paese, da parte di chi l’ha servito in armi indossando il cappello alpino, e che anche dopo, grazie alla capillare presenza dei gruppi dell’Ana, lo serve tutt’ora in altre forme, legate alla difesa dell’ambiente e del territorio, come la Protezione civile e l’Antincendio boschivo, ad altre forme di solidarietà, al ricordo dei Caduti delle guerre, per ribadirne la tragicità e farsi promotori di pace.

È questo che ha visto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, nella mattinata di domenica, ha prima reso omaggio a Cesare Battisti sul Doss Trento e poi ha seguito per un paio d’ore la sfilata. Al suo arrivo sull’Adunata sono sfrecciate le Frecce Tricolori tracciando sul cielo di Trento una lunga bandiera tricolore.

Nei giorni scorsi, hanno avuto un po’ di eco sui giornali alcuni atti di contestazione all’adunata: penso che chi li ha fatti non conoscesse le attività degli alpini, ma solo la “vulgata” che vede negli alpini dei tipi dediti a far festa. Una visione distorta ma che i media tramandano.

Festa che ovviamente non è mancata, sia nella parte più tradizionale e più alpina degli incontri fra alpini fra bevute e canti e con le esibizioni di cori e fanfare, e quella che attrae in particolare i giovani che decade un po’ verso la festa della birra…
La città di Trento ha accolto al meglio la pacifica invasione delle Penne nere: il centro storico nella giornata di sabato era affollato all’inverosimile.

Per quanto riguarda i “nostri” alpini, le Penne nere valsabbine e gardesane hanno sfilato inquadrate nella sezione di Salò “Monte Suello”, con il vessillo scortato per la prima volta dal presidente Sergio Poinelli.

Un migliaio quelle che hanno sfilato per le vie di Trento accompagnate delle tre fanfare di Gavardo, Villanuova e Salò, e ribandendo lo spirito di servizio da tramandare anche alle nuove generazioni: “Date ai giovani d’oggi la possibilità di servire il proprio paese”, campeggiava su tre striscioni tricolori.

Va dunque in archivio anche questo atteso appuntamento, e come d’abitudine gli alpini pensano già al prossimo, che sarà a Milano nel 2019, per celebrare il centenario della fondazione dell’Ana.
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