Presi con le mani nella... legna
di red.

Vittima del furto, lo stesso imprenditore vobarnese passato alle cronache a novembre del 2015 per aver esploso colpi di fucile contro i ladri


«Mi trovavo nella Bergamasca quando un amico mi ha chiamato al telefono, affermando che in una mia proprietà in località Paradiso a Puegnago del Garda si erano introdotte due persone con un’auto. Sospettava che io non ne sapessi niente, infatti…».

Così racconta Giorgio Buffoli, l’imprenditore vobarnese che a novembre del 2015 aveva sorpreso dei ladri nel suo capannone a Collio di Vobarno.

Per l’occasione, quando era scattato l’allarme, era partito dalla sua abitazione che si trova a Roè Volciano con un fucile in auto e nell’intravedere delle ombre nella sua proprietà ha sparato, in aria dice lui.
Un gesto impulsivo che gli è costato una denuncia per aver esploso colpi d’arma da fuoco in centro abitato e anche la licenza di caccia.

Da allora Giorgio Buffoli viene spesso invitato nei talk-show per raccontare la sua esperienza e qualche volta si porta appresso un forcone, con tanto di regolamentari tappini rossi sulle punte, affermando che è rimasta l’unica arma con cui difendersi.

Tornando a Puegnago
, l’’ennesimo “attacco” dei ladri al Buffoli ha avuto luogo nel pomeriggio dello scorso primo maggio.
L’amico al telefono a quel punto ha inviato anche delle fotografie che ritraevano i due armeggiare attorno alla loro auto all'interno della sua proprietà.

A quel punto Giorgio ha chiesto all’amico di passarglieli al telefono e uno di loro: dopo essersi presentato, l'uomo ha affermato che erano lì perché amici del precedente proprietario.
Al che il Buffoli ha intimato loro di andarsene via.

Avrebbe fatto meglio a chiamare a chiamare i carabinieri, che li avrebbero presi con le mani nel sacco.

Ad un successivo controllo, infatti, il Buffoli si è accorto che la catena che teneva chiuso il cancello della proprietà (ex Nember) era scomparsa e che mancava legname per circa 3mila euro.

A carico dei due che si erano intrufolati abusivamente, risultati essere due soggetti di San Felice del Benaco, è così scattata una denuncia.


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