Caro Daniele...
di John Comini

...non ci siamo mai conosciuti. Ma ho sempre sentito parlare di te. Mi ha sempre parlato di te l’amica Mary, che veniva a trovarti…


E quando ieri ha telefonato dicendo a mia moglie “È morto il Daniele Comincioli” la tristezza ha invaso la nostra casa. Non so nulla di te. Non so quali musiche ti piacessero, quali quadri, quali sport, quali libri. So solo che sei un bravissimo ragazzo, e questo basta e avanza, non ti pare?

Se mi permetto di scriverti è solo perché ci sono dei pensieri che affollano la mia povera mente. Mi chiedo se sia giusto quello che ti è capitato. Mi chiedo perché hai dovuto vivere per sei lunghi anni in quel letto. E non so darmi risposte. La morte di un figlio è una cosa senza senso, impossibile da comprendere. Il dolore è il dolore…ma quello che si prova per la morte di un figlio non si riesce a spiegare…perché va oltre ogni conosciuta misura. Solo la fede può tentare di rispondere a una cosa così straziante.

Caro Daniele, so che nella tua casa sei sempre stato circondato dall’amore dei tuoi familiari, dalla tenerezza dei dottori, delle infermiere, delle molte persone che venivano a trovarti. Sembrava una gara d’amore. Su internet ho trovato una bellissima lettera per te. Viene da Lonato. “E poi, in un tiepido pomeriggio di inizio primavera, arriva a scuola una tragica e inaspettata notizia, e ti immagini gli occhioni sgranati di questi bambini di 9 anni quando la apprendono, provi a pensare cosa loro hanno pensato sentendo le parole «coma, maestro, incidente...». E li vedi uscire di corsa da scuola, con gli occhi tristi, e una frase appena sussurrata: «Mamma cosa vuol dire essere in coma?». Questa lettera è per il maestro Daniele Comincioli, un bravo maestro della scuola elementare Don Milani di Lonato. I suoi piccoli alunni sono quelli delle classi 4^E e 4^D. Vogliamo dirgli che facciamo tutti il tifo per lui, i "suoi bambini" lo aspettano a braccia aperte! Forza maestro, non mollare!!!”

Mi viene da piangere.
Ma adesso, pensando proprio a quei bambini e alle moltissime persone che ti vogliono bene, ho il coraggio di scriverti alcune cose. Io so che sei in cielo. Io so che ora sei nell’infinto amore di Dio. Io so che da lassù sorridi alla tua mamma, che ha sempre sperato che tu potessi “risvegliarti”. Io so che da lassù sorridi al tuo papà, e dici loro: “Mamma, papà, non piangete per me! Qui sono felice!”.

Caro Daniele, qualche giorno fa ho incontrato una bella persona, che alcuni anni fa aveva perso il figlio in giovane età. L’avevo conosciuto, era anche lui un ragazzo meraviglioso, un angelo caduto in volo, davvero! Ricordo che quando il parroco don Giacomo aveva celebrato la Messa, si era messo a piangere, perché anche lui l’aveva conosciuto quando giocava da bambino vicino alla canonica. E il suo papà mi ha chiesto una cosa che non dimenticherò mai: “Riuscirò a vederlo ancora?” Non so perché, ma proprio da me, l’ultimo dei cristiani, da me che sono una contraddizione vivente, mi sono uscite queste parole, mentre trattenevo a stento le lacrime e la voce si incrinava per l’emozione: “Certo che lo rivedrai! Ne sono certo! Hai mai guardato una foglia? Anche una piccola piccola? Non è perfetta? Non è un concentrato di tecnologia e di bellezza? Se Quello che l’ha creata l’ha fatta così perfetta, vuoi che lassù non trovi il modo di farci incontrare con chi abbiamo amato?”

Io sono certo
che il Paradiso c’è, ci deve essere. E tu lo sai, Daniele, perché ora ci abiti.
Guardo la tua foto. Sei una bellissima persona, e anche un bellissimo ragazzo. E scusami se non sono mai venuto a trovarti. Ma sappi che ti ho pensato spesso. E permettimi di usare queste povere parole di uno scrittorucolo di paese per
consolare i tuoi familiari. Vorrei abbracciarli, stringerli forte forte e tenerli vicini al cuore.

Ai tuoi genitori vorrei dedicare questa canzone…
“Quando cammini nel bel mezzo di una tempesta tieni bene la testa in alto
e non aver paura del buio, alla fine della tempesta c’è un cielo d'oro
e la dolce canzone d’argento cantata dall’allodola
Cammina nel vento cammina nella pioggia
anche se i tuoi sogni saranno sconvolti e scrollati
Va avanti, va avanti con la speranza nel tuo cuore
e non camminerai mai da solo, non camminerai mai da solo.”
Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta. Tenetevi stretta la felicità che avete conosciuto, che avete condiviso. Non andrà mai persa.

Il poeta Pessoa scrive:
“La morte è la curva della strada,
morire è solo non essere visto. 
Se ascolto, sento i tuoi passi
esistere come io esisto.
La terra è fatta di cielo.
La menzogna non ha nido.
Nessuno si è mai perduto.
Tutto è verità e via.”

I miei bambini, quando mio papà è andato in cielo, mi hanno scritto queste parole:
“Il seme nasce piccolo
con una grande storia
dietro di sé.
Si trasforma e cresce
dipingendosi nell’aria
e nell’aria poi si dilegua
con una grande storia
da scrivere nel mistero!
Siamo polvere che danza
nell’eternità.”

Ti piace, Daniele?
“Lasciamo sempre qualcosa di noi, quando ce ne andiamo da un posto. Restiamo lì anche quando siamo andati via.” (Treno di notte per Lisbona)

Emily Dickinson scriveva:
“Se io potrò impedire ad un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano -
Se allevierò il dolore di una vita o allevierò una pena -
o aiuterò un pettirosso caduto a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano.”

Caro Daniele, tutti qui siamo un po’ più soli. Ma ora tocca a te. Dacci una mano a non buttarci giù. Aiuta i tuoi genitori e familiari ad avere la forza di andare avanti.
Come ha scritto sant'Agostino: «Non rattristiamoci di averlo perso, ma ringraziamo di averlo avuto».

Grazie, Daniele, e scusami se a volte mi arrabbio, perché pare che i malvagi non muoiano mai, mentre quelli buoni… E ti chiedo perdono, sono uno stupido vero? Non ho capito ancora nulla… E scusaci se siamo tutti tristi. Perché so che da lassù ci stai dicendo: Coraggio, vivete! Sorridete! Scusami, però anche te…lasciami almeno il tempo di asciugarmi le lacrime.
Ciao Daniele

maestro John

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