La Passione di Maria
di Redazione

Questo sabato, 21 aprile, ad Agnosine don Pietro e il Gruppo teatrale “Giovanni Paolo II” invitano la comunità ad una rappresentazione sacra unica e indimenticabile della Lauda di Jacopone da Todi


È in programma per questo sabato, 21 aprile, alle 20.30 presso la Chiesa Parrocchiale di Agnosine la rappresentazione sacra de “La Passione di Maria”, offerta dal Gruppo teatrale “Giovanni Paolo II” di Agnosine.
 
Progetto registico di Walter Peraro con Laura Gambarin, pianoforte e arrangiamenti musicali di Gianluigi La Torre e la partecipazione straordinaria del coro “Gardart” per “La Passione di Maria”, ovvero la passione di Gesù vissuta da Maria, dalla madre, da colei che vive la vicenda con un dolore insopportabile perché contro natura.
 
Più conosciuta con il primo verso “Donna del paradiso”, è la più nota “lauda” di Jacopone Da Todi, francescano vissuto nella seconda metà del 1200, il più antico esempio di lauda drammatica giunto sino a noi, di grande rilevanza storico-linguistica per essere uno dei primi testi scritti in italiano volgare.
 
L’idea registica di Walter Peraro è di presentare questa lauda in un’inedita forma recitata e cantata, con brani musicali scelti dal repertorio religioso classico (Laudario di Cortona del sec. XIII, Monteverdi, Grancini, Pergolesi, ecc.), mottetti spirituali del ‘500 e altri brani sacri, eseguiti con arrangiamenti moderni dagli stessi attori e da un coro di 45 elementi formatosi appositamente per questo progetto. 
 
Maria si muove lungo un percorso rettilineo, in una strada senza ritorno che la porta alla croce, facendole vivere la sua personale via crucis, immersa in un ampissimo abito rosso che la costringe a camminare solo in avanti e che diventa simbolo del sangue che dalla morte di Gesù, attraverso la madre, si riversa su tutta l’ umanità assetata di salvezza. 
 
Arriverà ad abbracciare la croce, fino a raccogliere nel pianto il sangue del figlio sparso per la redenzione degli uomini, che è al tempo stesso il dolore di tutta l’ umanità di cui lei si fa portavoce.

Dialogano con Maria il Nunzio, che secondo antiche tradizioni sarebbe lo stesso angelo dell’ Annunciazione, Gesù che, voce fuori campo, la aiuta ad accettare la sua morte e il coro, simbolo dell’ intera umanità, che con il canto fa da corona al suo pianto.
 
 
 
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