Dietro le quinte della scuola: studiare
di Enrico Fatiga detto Fatta

 “Va beh la scuola... Vai solo la mattina quelle 5/6 ore e nel pomeriggio del tempo per lo studio lo trovi” 


Purtroppo non si tiene conto dell’importanza di tutto ciò che sta dietro al semplice andare a scuola – a livello fisico – e ascoltare le varie spiegazioni: lo studio non è considerato molto spesso. Questo parametro è quello più importante di tutta la vita scolastica di un ragazzo – o ragazza che sia – poichè determina il  suo andamento nei voti e soprattutto determina lo sviluppo della conoscenza dello studente. 

L’orario scolastico non finisce al suono della campanella, ma continua in altri momenti della giornata in cui lo studente apre il suo libro, inizia a leggere, sottolineare, schematizzare e memorizzare.  
Un ragazzo spende in media due ore per capire ciò che legge e schematizzarlo (o sottolineare) e poi un altro paio di ore per memorizzare il tutto in modo completo.

Ognuno dei ragazzi utilizza uno dei numerosi approcci di studio. C’è chi preferisce sottolineare e studiare le parti evidenziate. Altri schematizzano paragrafo per paragrafo. Altri ancora fanno riassunti di ogni capitolo. Poi alcuni, per memorizzare questo e quello, camminano per tutta la stanza con in mano i propri schemi, o il libro, facendo chilometri e chilometri senza neanche accorgersene.

Qualcuno studia ascoltando la musica con tanto di cuffie “a palla”, mentre altri privilegiano il silenzio assoluto. Alcuni, invece, fanno più ore di pausa che di studio...

Qualunque sia la propria modalità di studio, ognuno ha bisogno di tempo – 3/4 ore –  per lo studio, di uno o più argomenti, e ciò occupa ore della giornata di un ragazzo o di una ragazza. Quest’ultimi, però, hanno numerosi impegni che devono incastrare nel prorio programma quotidiano tenendo conto soprattutto delle ore di studio, annullando, a volte, alcuni dei loro impegni: come saltare un allenamento del proprio sport per dedicare quell’intervallo di tempo a studiare.

Molti genitori – e anche alcuni professori – pensano che siano giusto “abbandonare” i propri impegni per dedicarsi allo studio. Va bene... ma solo se succede una volta ogni tanto, non perennemente ogni giorno della settimana. 

Ragazzi che per due settimane non escono di casa e disdicono tutti i loro impegni.
Ogni ragazzo ha anche la propria vita privata e quest’ultima non deve essere “danneggiata” dallo studio, ma anzi, quest’ultimo dovrebbe entrare a farne parte...

Basterebbe ottimizzare i tempi durante le ore scolastiche: un equilibrio tra ore di spiegazione e ore in cui si può studiare a scuola.

Migliorare l’organizzazione, cioè non avere una settimana con una verifica al giorno, ma piuttosto una verifica a settimana (o al massimo due); calibrando gli argomenti e non caricando troppo gli studenti.
Soprattutto, però, si dovrebbe tener conto della vita di ogni singolo studente.

Essere comprensivi con ragazzi che magari lavorano per aiutare la famiglia economicamente, oppure ragazzi che sono molto pressati da problemi di vario genere. Insomma, un venire incontro ai quei ragazzi che pur mettendosi di impegno non riescono a raggiungere quei livelli pretesi dal sistema “studio per avere un voto” che non tiene conto di tutti i fattori che ci possono essere nella vita di un ragazzo prima di quella determinata verifica.


Enrico Fatiga detto Fatta

libri.jpg libri.jpg