Franco Basaglia, lo psichiatra rivoluzionario
di Federica Ciampone

Molto partecipato e ricco di contenuti il secondo appuntamento della rassegna “Nuvole” che nella serata di ieri, 15 aprile, a Sabbio Chiese ha visto dialogare Alberta Basaglia e Massimo Cirri sull’importanza dell’introduzione della legge 180/1978 da parte del noto psichiatra


“Ciò che posso raccontarvi è la mia percezione di bambina che vide entrare in casa la rivoluzione”.

Ha esordito con queste parole ieri sera la psicologa Alberta Basaglia, figlia del celebre psichiatra Franco Basaglia (1924 –1980), ospite al Cinema Teatro "La Rocca" di Sabbio Chiese insieme allo psicologo e conduttore radiofonico Massimo Cirri in occasione del secondo appuntamento della rassegna “Nuvole”, promossa dalla Comunità Montana di Valle Sabbia in collaborazione con i Comuni e le associazioni locali. 
 
Una rivoluzione, quella iniziata a Gorizia nei primi anni ’60, che è stata anche una grande avventura e che ha portato, dopo anni di teorie e di pratiche innovative, all’approvazione della legge 180/1978, la revisione ordinamentale degli ospedali psichiatrici denominata poi “Legge Basaglia”.
 
“La grande conquista di Franco Basaglia – ha commentato Massimo Cirri – è stata proprio quella di riuscire a veicolare il messaggio che il malato psichiatrico, prima segregato ed emarginato, è una persona, e tale rimane anche quando sembra non possedere più alcuna umanità”.

I malati mentali ricominciano ad essere considerati esseri umani: i cancelli dei manicomi vengono riaperti, i pazienti incoraggiati ad uscire all’aria aperta e ad interagire con il mondo esterno. “Erano anni in cui la speranza superava di gran lunga la paura, anche da parte dei bambini: gli adulti stessi ci stavano dimostrando che era possibile non scappare e affrontare in modo diverso la questione” ha aggiunto Alberta Basaglia, che attualmente si dedica a diversi progetti rivolti a bambini e ragazzi delle scuole.
 
Ma a che punto siamo, oggi, con la concezione di salute mentale? Alla domanda di Davide Vedovelli, moderatore del dibattito, ha risposto Cirri: “All’epoca si è passati da ‘manicomi’ a ‘comunità terapeutiche’, ed è stato un passaggio che nel corso degli anni ha portato a cambiamenti sempre più importanti in Italia. In valle, per esempio, ora esistono una rete di servizi ben strutturata, ambulatori, comunità e gruppi di sostegno alle famiglie dei pazienti”.
 
A conclusione del dibattito non sono mancati gli interventi del pubblico, nelle cui file erano presenti diversi “addetti ai lavori”, ma anche persone che hanno colto l’occasione per conoscere meglio un tema di cui non si parla poi così spesso.
 
Il prossimo appuntamento con “Nuvole: eventi in Valle Sabbia per raccontare la salute mentale” è in programma per mercoledì 16 maggio a Roè Volciano. Tema di questo terzo appuntamento sarà l’autismo, trattato dalla dott.ssa Marilena Zacchini e arricchito dalle testimonianze di alcune famiglie. 
 
 
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