Gli idioti del sacchettino
di Ubaldo Vallini

I primi conti su come stia andando il “porta a porta” in salsa valsabbina, li faremo quando i dati in nostro possesso saranno significativi. Intanto però emergono comportamenti davvero idioti


Sarà interessante fra qualche settimana, quando tutta la valle sarà impegnata nel porta a porta, sia esso a sistema “misto” oppure “integrale”, cercare di analizzare non solo le percentuali che riguardano il “differenziato”, ma anche “qualità” delle materie prime così recuperate, magari paese per paese.

Ricordiamo a tutti che in Valle Sabbia
ad occuparsi della raccolta rifiuti, da quest’anno è la Sae, società a capitale interamente pubblico, di proprietà dei Comuni e della Comunità montana, quindi di tutti noi.
Altrove sono delle Spa, società di diritto privato, che a fine anno hanno il compito di distribuire dividendi a soci investitori.

Quella valsabbina, insomma, è una scommessa collettiva, non solo di chi se ne sta occupando in prima persona.
Se tutto funzionerà bene a guadagnarci saremo tutti quanti: senza aumenti di tariffa, possibilmente spendendo meno, con un servizio migliore.

Prorpio per questo ci sono comportamenti davvero incomprensibili, se non si fa ricorso alle categorie dell’ignoranza, dell’idiozia oppure dell’individualismo più becero che sfocia nell’egoismo.

Ma andiamo con ordine.

Ignoranti sono coloro che ancora non hanno capito come conferire i rifiuti e invece che chiedere lumi, oppure almeno provarci, preferiscono l’attività del lancio del sacchetto dall’auto in corsa.

Impossibile pensare di video-monitorare tutte le strade della Valle Sabbia per coglierli in fallo e richiamarli alle loro responsabilità.

Questi ignorantoni del resto ci sono sempre stati e si spera che un poco alla volta la selezione naturale faccia il suo corso.

Gli idioti sono coloro che siccome la vecchia sdraio di plastica non ci sta nel bidoncino la abbandonano in un bosco.

Con la stessa fatica e la medesima quantità di benzina per l’auto, potrebbero portare l’ingombrante rifiuto all’isola ecologica a servizio del paese di residenza, dove il personale è lì apposta per accoglierlo e dargli le giuste indicazioni.

Questo, spieghiamolo un po’ tutti agli idioti che ci capita di conoscere, vale anche per la batteria esausta, il vecchio stereo, il barattolo di vernice… e via eliminando.

L’individualismo sfocia nell’egoismo, quando si pretende “perché io il servizio lo pago”, di essere raggiunti dal furgoncino di raccolta proprio sull’uscio di casa. Non dietro l’angolo, proprio sull’uscio.
Quasi a vendicarsi per aver subito il torto di dover differenziare i propri rifiuti.

L’egoista è di solito anche smemorato: si dimentica che prima, nella migliore delle ipotesi, qualche passo per conferire i propri rifiuti nel cassonetto, doveva farlo. E se proprio il cassonetto prima ce l’aveva sull’uscio di casa, ne siamo certi, ha scritto almeno dieci lettere di protesta perché venisse spostato più in là. 

Davvero basta poco per fare in modo che la Valle Sabbia, tutta insieme, in attesa di trovare dei metodi ancora migliori nella gestione dei rifiuti (ad esempio intervenendo con decisione a monte, sugli imballaggi), possa vincere la scommessa lanciata per tutti dalla Comunità montana, quel “porta a porta” che per altro, con qualche variante, c’è oramai quasi dappertutto.

Io nel mio piccolo, oltre che attrezzarmi in autonomia con l’umido, perché ne ho la possibilità, ho deciso di posizionare i bidoncini non sul mio cancello, ma insieme a quelli del vicino (mia madre), così l’addetto col “Porter” si ferma una volta sola.

Davvero basta poco.

.la foto pubblicata è solo l'ultima della serie di quelle arrivate in redazione. E' stata scattata sulla strada "della Selva" che unisce Casto a Bione.


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