«Quando la progettualità è assente»
di Ernesto Cadenelli

«Un antico detto orientale recita “I saggi non dicono tutto quello che pensano, ma pensano tutto ciò che dicono”. Non pare essere questa la modalità con la quale opera la giunta vobarnese...»


...Infatti quanto si sta verificando negli ultimi due anni attorno al polo scolastico ne è l'esempio lampante.

Nel 2016, senza interloquire con nessuno, viene presentato il progetto per installare una centrale biomasse davanti all'ingresso della scuola media. Dopo critiche e sollevazione popolare l'idea viene cassata.
Sarebbe costato un milione di euro e avrebbe creato non pochi problemi a partire da quelli ambientali.

Tra le alternative veniva indicato, da noi “Insieme per Vobarno”, l'efficientamento energetico dei due edifici, elementari e medie, al fine di ottenere un considerevole risparmio sulle spese di riscaldamento.

Nel 2017 la giunta ha presentato un progetto di partecipazione a un bando regionale che prevedeva un finanziamento per efficientare la scuola media pari a 2,5 milioni di euro, di cui metà a fondo perduto (metà invece prestito da restituire).

Dando il nostro parere favorevole, in consiglio comunale, ci permettemmo di suggerire a giunta e sindaco l'idea di predisporre un progetto di studio per la sistemazione di tutto il polo scolastico (che è situato in centro al paese), anche da realizzare negli anni futuri con gradualità sulla base delle risorse che si renderanno reperibili.

Progetto che avrebbe dovuto includere ex-Itis (sul cui tetto c'è ancora amianto, nonostante le segnalazioni fatte), la ex casa Forini acquistata dal Comune col nostro voto favorevole e un'eventuale soluzione per la scuola materna statale che oggi è frequentata da oltre 100 bambini.

Mai avremmo pensato che il primo progetto, ormai acquisito anche in termini di finanziamento, venisse messo in stan-by, per partecipare ad un secondo bando, questa volta per la sistemazione antisismica delle scuole medie, che se ammesso, porterebbe l'investimento complessivo a circa 6,5 milioni di euro.

Valesse la regola del 50% a fondo perduto e del 50% da restituire, per il Comune si tratterebbe di un'indebitamento di oltre 3,2 milioni di euro a medio termine.

Essendo l'impegno finanziario fuori dalla portata delle casse comunali, ecco il coniglio uscito dal cilindro: accorpare scuole elementari e medie in un unico edificio.
Il tutto deciso nelle segrete stanze della giunta, senza interlocuzione con nessuno.

Ma come sostenere questa mirabolante tesi?
Col motivo più ricorrente di questi tempi, mettere ansia, preoccupazione e paura nella popolazione, con la teoria che gli edifici sono in uno stato di preoccupante pericolosità per l'integrità dei bambini e di chi vi opera.

Più di una volta il sindaco,
ma a ruota altri assessori, nel corso dell'assemblea del 29 marzo u.s. si sono sperticati in affermazioni del tipo “Le scuole elementari sarebbero già dovute essere chiuse per i rischi cui sono sottoposte".
Oppure, "se avessi un figlio non lo manderei in quella scuola". Oppure, "noi non ci sentiamo di scegliere quali bambini sia meglio tutelare, se delle elementari o delle medie.”

Sono affermazioni di una tale gravità che non possono essere sottaciute, anzi bisognerebbe andare a una verifica di fondo.
Se le scuole sono davvero così malmesse, vanno chiuse subito con ordinanza del sindaco, diversamente bando alle strumentalizzazioni e ci si sieda a discutere l'opzione migliore, prima di procedere con gli appalti.
Anche perché i bambini dovrebbero comunque, secondo tale tesi, stare in stato di rischio almeno per altri 3 anni.

La cosa più sorprendente, che però non sfiora minimamente i nostri amministratori, è che di questi propositi, non hanno parlato con nessuno, ma proprio nessuno!
Non in consiglio comunale, non con il corpo docente delle due realtà, né con il comitato dei genitori. Anzi fino a pochi mesi erano ancora presi con la centrale a biomasse!

Solo la denuncia pubblica, tramite volantino, che abbiamo fatto come opposizione, ha sortito l'effetto di una grande presenza all'assemblea e la presentazione di osservazioni/preoccupazioni di insegnanti e genitori praticamente unanimi, sulle ricadute negative di una tale pensata sulle attività didattiche della scuola a partire dagli spazi (aula magna, numero aule insufficiente, aule per i quasi 40 alunni diversamente abili, una sola palestra, per indicare i principali). 

Per dirla in dialetto una soluzione per cui comunque il 10 nel 5 non ci entra. Stiamo parlando di circa 650 bambini tra le due realtà.
L'investimento è di tale entità che, senza ottenere i risultati auspicati sul piano delle esigenze didattiche, comunque  per almeno 20 anni a Vobarno il capitolo scuole è chiuso, quale sia l'evoluzione della natalità.

Altro che atteggiamenti prevenuti,
la questione è seria dal punto di vista didattico, dal punto di vista di un investimento elevato che non si rivela risolutivo del problema scolastico vobarnese.
Una scuola adeguata alle esigenze didattiche dei ragazzi è la priorità assoluta che vogliamo sottolineare, in questo condividendo le osservazioni pertinenti che vengono dall'interno del mondo scolastico, docenti e genitori in primis.

Pensare che avendo vinto le elezioni, è lecito fare ciò che si vuole, è davvero un brutto difetto e sopratutto è sbagliato perché induce a errori clamorosi come in questo caso.

Presentarsi all'assemblea con due foto, di una porta del cesso consunta o di una turca rotta, non gioca a favore di una amministrazione che non trova alcune migliaia di euro all'anno per migliorie nell'ambito delle scuole elementari che sono lì da 100 anni e non danno segni particolari di cedimento.

A ruota segue una seconda priorità che interessa l'intera comunità.
Facciamo osservare che in questi anni di giunta Lancini si sono buttati via parecchi soldi.

Il progetto biomasse sarà costato qualcosa o no?

Il trasloco del comune, improvvisato e anch'esso non discusso, è costato compresi i vari spostamenti dell'anagrafe e le migliorie dell'edificio ex-secoval oltre 120.000 euro.
Il vecchio palazzo, dopo che il sindaco aveva dichiarato solennemente la temporaneità dello spostamento, costerà circa 600.000 euro (vero della regione, ma sempre pubblici sono!), senza che ad oggi si sia detto chiaramente quale sarà la destinazione.
Per noi deve tornare sede del Comune, ma il rischio che resti vuoto per anni c'è.

E' inoltre in programma il rifacimento dei marciapiedi di via Garibaldi per circa 150.000 euro (a chi serviranno poi?), potrebbero essere risorse da destinare subito a primi interventi sulle scuole elementari.

Vorremmo far notare come con queste scelte della giunta, da p.zza Ferrari fino alle scuole medie sarebbe una sequela di palazzi e case vuote, condannati all'usura del tempo e dei fattori climatici con un'evidente morte del paese.

Cosa si penserebbe di fare per un loro recupero e utilizzo?
Forse si pensa, tra qualche anno crisi permettendo, alla possibilità di una gigantesca speculazione edilizia? Chiediamo anche ai soci di “far rivivere Vobarno” di dire la loro, poiché questa ipotesi è il contrario degli obiettivi sui quali si sono impegnati con tanto fervore.

Noi preferiamo che le scuole restino in centro al paese e che questa idea dell'accorpamento elementari-medie venga abbandonata.
Faremo di tutto perché questa idea si faccia strada.
Come hanno suggerito alcuni interventi quella sera, si proceda con l'investimento sulle medie; si predisponga un progetto per le elementari e con questo si vada alla ricerca di fondi. Non tutto deve finire con la primavera del 2019.

Ernesto Cadenelli
 
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