Mort(acc)i loro
di Luca Rota

Pasqua dovrebbe essere rinascita, resurrezione, ritorno alla vita. Quella attuale invece non ha alcunché di tutto ciò. Casomai l’esatto contrario


Molti diranno che non sono problemi nostri, mentre invece lo sono, in quanto siamo tutti figli dell’umanità.

Sulla Striscia di Gaza, 17 morti e oltre mille feriti causati dalle munizioni israeliane, contro chi marciava nel ricordo del “Land day”.
Notizia “normale”, se riguarda chi da decenni ormai, è costretto a subire angherie e soprusi, anche col nostro tacito avallo.

Ad Afrin in Siria, la Turchia invade i territori curdi nel Rojava, abitati da chi fino a pochi mesi prima, lottava proprio affinché l’Isis non penetrasse in territorio turco.
L’esercito di Erdogan uccide chi quei territori li abita da sempre; ricordate le immagini delle guerrigliere curde che per breve tempo “impazzarono” su tutte le bacheche (virtuali) d’occidente?

Le sorti di curdi e palestinesi rappresentano un grandissimo esempio di ingiustizia e disumanità. Ogni popolo ha il diritto di vivere nei propri territori, senza il timore di venir invaso, ucciso o cacciato via.

Ogni popolo ha diritto ad essere ciò che è,
senza cedere all’arroganza, alla prepotenza o alla repressione di chi crede di poter fare ciò che vuole, solo perché più forte.

Il tutto senza una parola spesa da quell’occidente sempre solidale via social, ma mai a sostegno dei più deboli, o avverso ai soprusi da essi subiti.

I loro morti non sono solo i loro.
Sono anche i nostri.

Luca Rota

.in foto: donne curde



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