Una suggestiva Via Crucis vivente
di Aldo Pasquazzo

Venerdì prossimo 30 marzo ritorna a Storo la 16ª edizione della Via Crucis contrassegnata da dodici stazioni viventi e dai “Batedùr de bore”


A Storo, l’antica tradizione popolare di origini precristiane (Via Crucis di allora) era stata sospesa nel 1936 per sospetti assembramenti anti regime, proprio per la grandissima partecipazione popolare che la caratterizzava. Ma quindici anni fa il rito della processione vivente del Venerdì Santo (Via Crucis) venne ripreso dal compianto don Michele Balestra in collaborazione della parrocchia, che a sua volta cura la parte liturgica.

All'oratorio spetta l'allestimento delle dodici stazioni con una settantina di figuranti, mentre il Gruppo folkloristico “Vecchia Storo” gestisce l’accompagnamento con il battito delle bore e successivo concerto finale ospitato sul sagrato dove si rievoca l’ora nona in cui Cristo viene crocifisso.

Accompagnano la processione anche i soci della “Società Americana”, gli otto “confradei” in costume e molti scorci e angoli tipici del paese dove i contradaioli allestiscono caratteristici momenti della via dolorosa, contribuendo a rendere tutto il percorso un unicum irripetibile.

Buona parte dei meriti se la tradizione è stata riproposta spettano sicuramente al docente Giovanni Zontini, Davide Gelmini e alla moglie di quest'ultimo, l’insegnate Mariella Bonomini. Di fatto sono stati loro a coinvolgere tanti giovani e altri concittadini ancora affinchè la sera del Venerdì Santo il rito potesse essere riproposto.

Moltissime anche quest’anno le persone coinvolte che già da un mese stanno preparando costumi, provando il ritmo cadenzato delle bore e allestendo lumini con i gusci di lumaca che saranno posizionati lungo tutto il percorso all'interno della parte vecchia del paese. Più sere alla settimana si trovano per rivedere e riprovare il copione da presentare nel giorno della Passione.

A dare una buona mano
a quest'altro aspetto è sicuramente Nera Grassi in Carettoni, la quale ha saputo coinvolgere altre persone ancora.

Impressionante in questi ultimi anni la partecipazione attenta e silenziosa della gente, che si fa coinvolgere dalle belle immagini delle stazioni, dalle riflessioni proposte e dal cupo rimbombo delle rocce della Manganella durante i lenti e cadenzati colpi inferti alle bore da una quarantina di battitori in costume.

Lungo l'incamminamento non c'è sola gente di Storo o del circondario ma molti confluiscono anche dalla zona di Ledro, Basso Sarca e dalla vicina Valsabbia.
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