Referendum acqua pubblica entro fine anno
di Redazione

l presidente della Provincia Mottinelli ha risposto così al comitato che l'aveva diffidato. La consultazione sarà effettuata forse col voto elettronico


E’ probabile che si tenga a ottobre, magari con il voto elettronico, il referendum provinciale tra i cittadini bresciani per stabilire che tipo di gestione debba avere l’acqua dei rubinetti. Lo hanno annunciato il presidente della Provincia Pier Luigi Mottinelli e il consigliere delegato al Ciclo idrico integrato, Andrea Ratti e di fatto rispondendo alla diffida del comitato che promuove la consultazione. Lo stesso referendum era stato chiesto anche da 55 Comuni bresciani che rappresentano 300 mila abitanti.

Il problema maggiore sarà la ricerca delle risorse con cui realizzare la consultazione, visto che il costo, dopo la decisione di non inserire il referendum alle elezioni, sarà di circa 3,6 milioni di euro. Anche se si pensa di ridurlo puntando proprio sul voto elettronico. E’ in corso la modifica del regolamento per consentirlo, poi sarà dato il via libera dal Consiglio provinciale con lo stesso comitato. Il dato certo è che la consultazione ci sarà e prima della fine del 2018 quando sarà individuato l’operatore privato al fianco del gestore pubblico Acque Bresciane.

Soddisfazione è stata espressa dai promotori dei referendum: "Saranno necessari ancora alcuni passaggi formali ed alcune settimane per arrivare alla formalizzazione del consultazione referendaria, periodo nel quale continueremo a vigilare perché sia rispettata la nostra iniziativa nell'interesse dell'intera comunità bresciana ma la volontà del Presidente, ribadita più volta nel corso dell'incontro, è che il “Referendum s’ha da fare” e che fino a quel momento nessun procedimento verso la gara per individuare un partner tecnico sarà portato avanti. La vera partita si giocherà dopo il referendum: se la scelta dei bresciani ci premierà, la nostra volontà è di presentare dei modelli gestionali in grado di essere efficaci ed efficienti meglio di quanto non lo siano oggi le società pubblico-private attive oggi sul mercato italiano e bresciano".
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