Moby Dick
di Elio Vinati

È una domenica soleggiata. La neve soffice ricopre ancora le sponde del torrente di media valle che scorre così in un contesto naturale incantevole.

 
L'acqua è cristallina
e non vedo l'ora di bagnare la lenza alla ricerca di splendide fario selvatiche. È la prima uscita a spinning della stagione: impiego una 2,40m, caricata con mulinello 2500, imbobinato con un robusto nylon dello 0,22mm.

Il diametro può apparire esagerato, ma mi garantisce maggiore solidità in caso di incaglio, situazione frequente in torrenti ricchi di massi e altri ostacoli.

A inizio stagione
con temperature ancora basse tendo a concentrare l'azione di pesca nelle ore centrali, che, per esperienza, si sono rivelate le più propizie.

Constatato il livello discreto del corso d'acqua, innesco sin da subito un rotante del nr. 3 dorato, preferito all'argentato per via della forte luce solare: ritengo infatti che i bagliori emessi dalla paletta del cucchiaino distolgano anziché favorire l'attenzione dei salmonidi.

Trascorso non molto tempo, noto alcuni timidi inseguimenti di esemplari di taglia discreta, che mi inducono a pescare con maggiore fiducia.

Giunto in una bellissima buca
sotto un ponte, dirigo il lancio con precisione là dove la corrente schiuma (vedi omonimo articolo) ed ecco il brusco stop che tanto agognavo.

Una meravigliosa fario di 36 cm
aggredisce con decisione e impegna tenacemente l'attrezzatura. Che gioia!

Ammiro esterrefatto la livrea coloratissima di questa Moby Dick del torrente. Altre volte mi è capitato in questo periodo di incontrare esemplari di queste dimensioni. Che sia aperta la caccia alle balene?

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