Autodifesa contro la violenza sulle donne
di Aldo Pasquazzo

Questo martedì sera nel municipio di Storo, al termine di un corso di autodifesa, una serata dedicata al tema dello stalking e della violenza sulle donne


Negli ultimi tempi il tema della violenza sulle donne ha occupato le testate dei principali quotidiani nazionali e locali a seguito di drammatici epiloghi. La violenza di genere rappresenta una piaga per la società moderna e assume molteplici forme e modalità, sebbene la violenza fisica sia la più facile da riconoscere.

Al fine di sensibilizzare la popolazione
su un tema così delicato ed offrire uno strumento pratico di (auto)difesa per le donne, Marije Sinnema in collaborazione con la scuola di Long C’hi del maestro Nicola Derelli hanno organizzato una serie di incontri presso la palestra delle scuole medie di Storo, volti ad impartire le principali tecniche di autodifesa femminile.

Una formazione che non è limitata  al mero insegnamento di prese e movimenti tecnici per tutelarsi dall’ aggressore, ma volta ad infondere maggior sicurezza nelle donne, a superare quello che può essere un deficit fisico rispetto alla prestanza fisica maschile. “Sono molto entusiasta della partecipazione e dell’interessamento che abbiamo potuto riscontrare insieme al maestro Derelli.

Numerose le corsiste di diverse età che hanno partecipato con entusiasmo ai nostri incontri: spaziando dalle giovanissime alle over50, a dimostrazione che il tema della violenza è sinonimo di un interesse e una sensibilità intergenerazionale”, fa sapere Marije.

Questa sera l'incontro conclusivo aperto alla cittadinanza presso il Comune di Storo. Durante la serata verrà esposta una toccante testimonianza di una donna vittima di stalking, unitamente agli interventi da parte di rappresentanti delle Forze dell’Ordine e della psicologa Brunella Valenti.

Un’iniziativa volta ad aiutare e supportare le donne nel riconoscere e denunciare gli atti di violenza e soprusi perpetrati nei loro riguardi; i quali in determinate circostanze non si traducono in atti di coercizione e percosse ma agiscono in via più infima con forme di violenza e prepotenza psicologica, volte ad annientare, isolare e umiliare la vittima. Il messaggio è quello di non minimizzare gli atti di violenza, relegandoli ad episodi occasionali e sporadici, non giustificare atteggiamenti prepotenti o peggio ancora sentirsi responsabili, ma trovare la forza di reagire e denunciare.
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