Non chiamatela Sinistra, non lo è mai stata
di Luca Rota

Nell’era cosiddetta "post-ideologica" ha ancora grande importanza la scelta dei termini. Essere di sinistra significa servire le classi sociali più in difficoltà, andare incontro ai loro bisogni e difenderne i diritti. Se non c’è chi fa almeno qualcosa di quanto elencato, allora non c’è sinistra


I partiti che oggi quasi tutti definiscono comunemente di sinistra, o di centro sinistra, possono essere identificati con tanti epiteti ed aggettivi, ma il termine “sinistra” risulta essere lontano anni luce da loro. Di essa conservano (in parte) l’eredità e la discendenza storica, solo quelle; per il resto nemmeno l’ombra di qualcosa che somigli apparentemente al pensiero della sinistra.
L’aver votato la riforma Fornero, i ripetuti soldi alle banche, le leggi sulla Scuola e sul Lavoro, i tagli alla Sanità e tanto, ma tanto altro ancora, non sono cose che un qualunque schieramento di sinistra avrebbe mai fatto, o per meglio dire, avrebbe mai potuto fare. Perché chi è vicino alle masse, ne raccoglie il malcontento e cerca in qualche modo di arginarne i problemi, non di renderne precari presente e futuro. 
Sin dall’inizio degli anni Novanta, il Pds prima, poi i Ds, parte del Prc poi confluita in Sel, ed il Pd, hanno lasciato che ad adempiere a tale compito, fossero proprio M5s e Lega, non a caso le due forze predominanti in questa ultima tornata elettorale. I ceti più bassi hanno riversato le proprie preferenze su queste compagini, proprio perché ne hanno riscontrato la presenza (reale) sul territorio.
 
Roba come il Pd o il novello Leu, non hanno mai (nemmeno per sbaglio) detto o fatto qualcosa che fosse di sinistra. Essi rappresentano una sorta di centro-destra mascherato da centro-sinistra, che raccoglie i voti di chi il proprio consenso storicamente lo dava a sinistra, ma attua politiche di destra, anche perché non potrebbe fare diversamente, essendo quella l’area in cui agisce, vive e vegeta. 
 
Nemmeno guardare Casini parlottare microfono in mano, sotto le effigi di Gramsci e Matteotti, ha creato poi così tanto clamore negli ambienti piddini. In fondo era nel posto giusto, nella sede del Pd: democristiano lui, democristiani loro. Erano le immagini a trovarsi (ahiloro) nel posto sbagliato.
 
Ad oggi, nell’area definibile di sinistra troviamo solo Potere al Popolo, unica compagine che può vantare tale senso di appartenenza. Precari, operai, professionisti dal futuro negato ed attivisti socialmente attivi. Per gli altri schieramenti definiti di sinistra, parla la loro storia, recente e meno recente, e quella di chi li compone, nonché gli anni trascorsi tra “obbedienza alla dita”, allontanamento dalle masse e dai problemi reali della popolazione, precarizzazione del lavoro e distruzione del welfare. 
 
Per questo non si dovrebbe in alcun modo chiamarla sinistra; non sarebbe corretto né concettualmente né storicamente. Sarebbe uno di quegli errori segnati in rosso nei temi, e magari potrebbero anche succedere che ad “offendersi” siano loro, quelli del Jobs act, della Buona scuola, del Rosatellum e dei soldi alle banche. Perché almeno diamogli atto di una cosa: di sinistra non lo sono mai stati.
 
 
 
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