La Vecchia al rogo
di c.f.

Anche la valle del Chiese questa sera si illuminerà con i roghi della Vecchia, la tradizione di metà quaresima


Siamo già giunti a metà quaresima e oggi è detto giovedì grasso perché ci si prende una pausa dal periodo penitenziale per il rito del rogo della Vecchia.

È una tradizione che affonda le sue radici nella preistoria quando veniva bruciato un fantoccio dalle sembianze umane sul finire dell’inverno. Un rituale per scacciare la cattiva stagione e invocare l’arrivo della primavera.

Tradizione che poi si è innestata in quella cristiana. Un giorno per smorzare i rigori e l’austerità del periodo. Nulla a che vedere quindi con i roghi di streghe del periodo dell’Inquisizione.

La “ècia”, che nel bresciano è chiamata anche “Zobia Mata”, incarnava l’anno vecchio e ormai inutile, ma soprattutto la stagione fredda.

E così la vecchia brutta e malconcia viene fatta sfilare per il paese, di porta in porta, quasi fosse una divinità malvagia e poi bruciata.

Ogni paese o frazione festeggia a modo proprio, in alcuni casi viene inscenato un processo che inesorabilmente finisce con la condanna al rogo della Vecchia.

In questo giorno si interrompe anche il digiuno, e si mangiano spesso anche frittelle e dolci tipici del carnevale.
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