Lista alternativa in Confartigianato
di Ubaldo Vallini

Un nuovo presidente provinciale. E’ quanto viene auspica una “cordata” di artigiani che non vede di buon occhio la conferma al terzo mandato dell’attuale presidente Eugenio Massetti, nel ruolo ormai da nove anni


Sono state fissate per il 25 marzo le elezioni per il rinnovo delle cariche in Confartigianato Imprese.
Poco tempo per costruire l’alternativa alla presidenza di Eugenio Massetti, da più parti auspicata.

Il primo a dire la sua in questo senso, in un intervista al quotidiano Bresciaoggi, è stato il past president Gian Maria Rizzi, auspicando un ricambio ed  «apporto di energie giovani».
«Al di là delle capacità degli uscenti, su cui non vi è alcun dubbio, ritengo che dopo due mandati sia ora di tornare in azienda e di lasciare spazio al mutamento, come accade in tante realtà o nei Comuni – ha dichiarato Rizzi -. Invece sono state stravolte le regole e lo Statuto dei miei tempi per consentire un terzo periodo al vertice».

Qualche giorno dopo gli hanno fatto eco tre membri dell’attuale giunta di Confartigianato, Michele Pelizzari che è vicepresidente degli impiantisti elettrici con delega all’energia, Aurelio Salvoni che è presidente nazionale degli acconciatori e Guido Ghidini che è presidente dei lattonieri.

I tre stanno cercando di raccogliere 50 firme fra gli aventi diritto al voto (per altro ridotti di numero con le modifiche apportate allo Statuto), necessarie per presentare una lista.
La decisione, presa ieri sera, di anticipare le elezioni al 25 marzo, quando fino al giorno prima ancora si sapeva che sarebbero state indette entro giugno, prima di quelle regionali, potrebbe mettere loro i bastoni fra le ruote.

Per essere rieletto, “in via eccezionale” come prevede comunque lo Statuto, Eugenio Massetti dovrà ottenere il 66% dei consensi e la partita è per lui è importante, se vuol essere rieletto anche nel ruolo di presidente Lombardo.

Insomma, per le sue ambizioni, che da tempo accarezzano anche il mondo della politica, il “trampolino” di questa riconferma è assolutamente necessario.
Più volte interpellato dai quotidiani che ne hanno scritto, Eugenio Massetti su questa questione si è sempre trincerato dietro ad un “no comment”.

«Quando mettiamo in evidenza la mancanza di democrazia interna – affermano i tre dissidenti Pelizzari, Salvoni e Ghidini – ci viene risposto che tutto procede nell’ambito delle regole. Stiamo verificando se effettivamente è così».
Potrebbero però non averne il tempo, con le elezioni da fare entro la fine del mese.

«Secondo noi – aggiungono -, In questi anni Eugenio Massetti avrebbe dovuto preparare il ricambio, il ringiovanimento, invece che lisciarsi la strada per rimanere dov’è, a Brescia, a Milano e magari anche più in su».

In Valle Sabbia una voce molto critica sulla rielezione di Eugenio Massetti è quella di Domenico Zani, a capo del mandamento valsabbino per 12 anni, recentemente sostituito da Andrea Crescini.

«Quando abbiamo deciso di limitare la presidenza a due mandati, l’abbiamo fato per evitare le egemonie durature come lo era stata quella dei Bonetti – ci ha detto Domenico, che alle modifiche di Statuto “targate” Massetti era stato fermamente contrario -. Così ci siamo ricascati: se Massetti verrà rieletto anche questa volta nessuno gli impedirà di modificare lo Statuto di nuovo per rimanere presidente a vita».

«Qualcuno poi afferma che è giusto così, perché Massetti ha la possibilità di diventare presidente nazionale e per Brescia e provincia sarebbe una buona cosa – ha aggiunto -. Non è vero:  Attualmente a presiedere Confartigianato c’è Giorgio Merletti, lombardo, eletto per la seconda volta in vista dell’Expo. Nessun lombardo per un bel po’ avrà la possibilità di aspirare a quella carica».

«Resta l’amarezza per un’associazione che in questi ultimi anni a livello provinciale è stata radicalmente trasformata – ha concluso Domenico Zani -. Con delegati in gran parte scelti non per l’impegno dimostrato, ma a bell’apposta per sostenerne il presidente.
Non è giusto: in Confartigianato si dovrebbero sostenere e difendere gli interessi degli artigiani, non altre cose».

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