Capitano tuttofare
di Luca Rota

Ogni storia calcistica ha un percorso a sé, e ogni carriera vive i suoi alti e bassi. Quelle di Marco Rossi e del Genoa hanno in comune molte similarità, essendo due storie di risalita, di duttilità… e di corsa


Classe ’78, lascia Lucca per Salerno dove ventenne fa il suo esordio in A agli ordini di Delio Rossi. È di scena all’Arechi anche l’anno successivo, prima di unirsi alla Fiorentina a millennio iniziato. Coi viola conosce l’Europa, e prende confidenza col calcio d’alta classifica, prima di partecipare “attivamente” al declino del clan Cecchi Gori, chiedendo la rescissione del contratto per mancati pagamenti.  
 
Dopo il fallimento della Viola, si trasferisce al Como, di passaggio nel massimo campionato, per poi approdare in quella che sarà la squadra della sua vita: il Genoa di Enrico Preziosi. Retrocede però tra i cadetti, e nella sua prima stagione non sfigura affatto, mettendo persino a referto otto reti in 38 incontri disputati. L’anno successivo il Grifone risulterà primo a fine stagione, ma verrà retrocesso in C1 per illeciti sportivi.
 
Inevitabile è l’esodo che coinvolge i volti più noti dei quella forte compagine; inevitabile per molti, ma non per lui, che decide di ripartire coi colori rossoblù cuciti addosso, diventandone capitano ed uomo simbolo. 
 
Da lì ben 8 stagioni di corsa e sostanza, che lo vedranno artefice di due promozioni (in due stagioni) e di quasi 300 presenze condite da trenta gol. Fa il terzino, il terzo di difesa, l’interno di centrocampo e l’ala. Gioca persino da attaccante esterno, e si rivela uomo congeniale ai moduli di mister Gasperini. 
 
Al Marassi ritrova persino l’Europa, nel frattempo diventata “League” e non più Coppa Uefa, continuando a correre, macinando chilometri e sacrificandosi, come sa far bene. Nella stagione 2012-2013, decide che arrivato il momento di appendere le scarpette al chiodo, e di lasciare il posto sulla fascia a chi ne ha di più. Lascia così anche “la fascia”, quella da capitano, ma non la sua numero 7, ritirata dalla società proprio in suo onore. 
 
Ad oggi lavora nel settore giovanile del Grifone, perché immaginarlo in un posto diverso non sarebbe possibile, né avrebbe avuto senso. Tornante, ala, esterno d’attacco, terzino, persino centrale o interno; Marco Rossi, calciatore tutto corsa e sudore, elemento duttile fino all’inverosimile, generoso e costante. Un esempio vero. 
 
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