Una vita in cima alle montagne
di val.

“Tu sei già oltre la vetta, tu sei sulle montagne e sui pascoli del paradiso”. Con queste parole la famiglia e gli amici hanno annunciato la scomparsa di Italo Bazzani, accademico del Cai


Italo Bazzani aveva 75 anni, abitava a Roè Volciano ed era uno dei pochi Accademici del Cai di terra bresciana, titolo riservato fin dal 1904 a quei soci del Cai che avessero acquisito “meriti speciali nell’alpinismo senza guide”.

E Bazzani, che ha dedicato l’intera sua vita alla montagna, di meriti ne ha acquisiti parecchi: dal punto di vista atletico certamente, ma anche per la sua straordinaria capacità di raccontare questa sua passione.

L’ha fatto in occasione di centinaia di serate a tema molto partecipate, ma anche con documentari e libri: “Montagna fantastica”, “Oltre la vetta”, “Imparato lassù”... In gioventù era stato promettente campione di atletica, specialità mezzofondo.
Intorno ai 23 anni ha cominciato a farsi strada in lui il “virus” della montagna, dal quale non è più guarito.

Quando raccontava si guardava indietro e parlava di montagne vissute come parti di se stesso.

Italo si è ritrovato ad affrontare imprese in compagnia di arrampicatori famosi come Clemente Maffei «Gueret», guida alpina della Rendena, oppure Fausto De Stefani, uno dei salitori dei 14 ottomila esistenti al mondo.

Compagni eccezionali, questi e altri, coi quali ha tracciato vie nuove in Val di Genova, sulla Presanella, in Brenta.
Fra le “classiche” ha ripercorso lo sperone della Brenva in solitaria, la Nord dell’Aiguille Blanche, il canalone Gervasutti al Tacul e via arrampicando, per non parlare delle tante imprese sulle Dolomiti.

Ma Bazzani ha compiuto anche diverse spedizioni fuori dai confini nazionali: in Africa ancora con De Stefani per una nuova via sul Kenya.
In Bolivia in salita solitaria sull’Ancohuma e sull’Illampu. In Groenlandia nel 1968, con il Cai Brescia e col decano degli Accademici bresciani, il “nostro” Franco Solina.

Montagne sulle quali non tutto è sempre andato liscio, come sul Bianco durante un corso per istruttori, dove un grave incidente l’ha reso convalescente per più di sei mesi.

L’ultimo saluto gli verrà reso questo mercoledì alle 15 nella parrocchiale che Roè Volciano ha dedicato a San Pietro.
“Dio del cielo, Signore delle cime... lascialo andare per le tue montagne”.


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