L'Età del Rame nel Basso Chiese
di c.f.

C’è anche un po’ di Valsabbia nella mostra che sarà inaugurata giovedì 22 febbraio a Calvisano, nella Bassa Bresciana


Sarà inaugurata questo giovedì 22 febbraio alle 18.30, presso la chiesa di S. Maria della Rosa, la mostra archeologica «Tracce del passato e progetti per il futuro», dedicata all’Età del Rame nel Basso Chiese.

La mostra, allestita con accattivante scenografia espositiva, è stata ideata da Cristina Longhi (della Soprintendenza Abap per le Province di Bergamo e Brescia) e da Pierferruccio Ravazzolo.

Nella mostra è presente anche un po’ di Valle Sabbia. Il progetto scientifico, infatti, è curato da Marco Baioni, del Museo Archeologico della Valle Sabbia di Gavardo, insieme alla stessa Longhi e a Mino Perini dell’Associazione Klousios - Centro ricerche e studi basso Chiese.

Gli enti promotori sono il ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo, i Comuni di Calvisano e Bione, Calvisano Fiera, la Biblioteca di Calvisano e la Snam ( che, a suo tempo, favorì e finanziò alcuni scavi).

Tre i temi e le sezioni: «L’Età del Rame»; «L’Età del Rame nel Basso Chiese»; «La necropoli di Remedello Sotto».

Il territorio del basso Chiese, compreso tra il fiume Gambara a ovest e le seriole Tartari a est, è un’area cruciale per la conoscenza dell’Età del Rame in Italia. Fu il paletnologo don Gaetano Chierici (1819-1886) il primo a concepire una fase intermedia tra il Neolitico e l’Età del Bronzo, cioè quella fase nota come «Età del Rame», che va dal 3500 a.C. sino al 2200 a.C.

Nella mostra saranno esposti anche alcuni materiali della Grotta della Corna Nibbia di Bione, con la testimonianza di un rito di sepoltura a dir poco curioso e insolito, che prevedeva l’inumazione e la successiva riesumazione per la bruciatura delle ossa.

Nella seconda sezione i resti ritrovati in alcune necropoli della pianura Padana, mentre nella terza vi sono materiali riferiti alla sola necropoli di Remedello, scoperta da don Luigi Ruzzenenti nel marzo del 1884, durante l’impianto di un vigneto in località Dovarese, con il ritrovamento di circa 300 tombe su un sito di sepoltura di ben 6.000 metri quadri.
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