Mozart fa russare?
di Ezio Gamberini

Possibile che il grande, l’immenso Wolfang Amadeus Mozart, considerato trai i più grandi geni della storia della musica, faccia russare? Lo scopriremo alla fine del racconto…


...racconto che inizia con il ricordo dei primi dischi acquistati con i miei soldi guadagnati nelle stagioni estive, quando ero studente, verso la metà degli anni ’70.

Sembrerà incredibile, ma il primo “ellepi” che acquistai non era dei Pink Floyd, o dei Led Zeppelin, o, per restare in Italia, di Guccini, Battisti o della Premiata Forneria Marconi, che allora andavano per la maggiore, ma si trattava invece di “James Last in Concert”, che conteneva composizioni di musica classica rivisitata dal geniale direttore d’orchestra tedesco, scomparso a ottantasei anni nel 2015.

Mi piacque a tal punto che a breve acquistai anche il secondo volume di “In Concert” e poi “James Last Classics Up To Date 3”; il solo fatto di vedere le copertine mi emoziona come allora, e ho chiesto al direttore si pubblicarle a corredo del racconto, anche se malmesse e sgualcite.

Sul volume secondo c’è la “Toccata e fuga” di Johann Sebastian Bach, il famosissimo pezzo suonato con il solo organo, il cui ascolto mi lasciò folgorato: soprattutto la “fuga”, che inizia con un ritmo sincopato di spazzole che accarezzano il charlestone, (aggiungere le percussioni moderne ai motivi classici è stata un’invenzione azzeccatissima) è di una genialità sconcertante, e quando s’inserisce la sezione dei fiati, conferisce all’esecuzione una godibilità senza pari, con un finale accompagnato dai cori maestoso e sublime.

Se volete andare in estasi, quando avete qualche minuto entrate in Youtube e digitate: “Toccata e fuga James Last”; sei minuti e cinquantadue secondi di assoluto incanto!
Questa esecuzione mi fa tornare alla mente quando, da ragazzo, il parroco mi permetteva di “strimpellare” sul prezioso organo della parrocchiale: era incredibile come il semplice pigiare i tasti e la pedaliera dello splendido strumento, generasse una varietà di possenti o delicate emissioni sonore che si propagavano voluttuosamente dalle canne ai lati dell’altare, con volumi e toni straordinari. Era un’emozione unica!  

Ringrazio il cielo per avermi fatto “ammalare” di calcio, che era la mia prima passione, da bambino sino alla giovinezza, per cui la maggior parte del tempo era riservata alla pratica di questo sport, a tutte le ore del giorno, mentre la notte sognavo rovesciate strepitose che si concludevano con la palla all’incrocio dei pali, gonfiando la rete; e per avermi poi permesso di “assaporare” la musica, in tutti i suoi generi: quando inserivo il jack dell’enorme cuffia nello stereo, mi perdevo nei miei dischi, con il risultato di non pensare ad altro.
Ma ancora oggi, non trascorre giorno senza che io abbia ascoltato un po’ di musica, di qualsiasi genere.

Ma torniamo al primo “In Concert” del musicista tedesco (che oltre agli “In Concert”, pubblicò in diversi anni altri otto album “Classics Up To Date”): Bach, Schubert, Dvoràk, Mendelssohn, ma soprattutto Beethoven e Mozart, eseguiti dall’eccelsa “James Last Orchestra”, fondata nel 1964 e attiva fino agli anni 2000, utilizzando percussioni moderne, chitarre elettriche e tastiere elettroniche, ma rispettosissima delle partiture originali, con una pulizia del suono davvero pregevole, spesso accompagnando le composizioni con cori di vigorosa e incantevole efficacia ed espressività.

Due pezzi, su tutti, erano i miei preferiti di quest’album, anche perché ascoltati centinaia di volte, in quei primi anni ‘70: “Romance”- op.50 - di L. v. Beethoven, colonna sonora nella pubblicità del brandy “Vecchia Romagna”, e “Theme frome ‘Elvira Madigan’” – Concerto n. 21 – di W.A. Mozart, utilizzato dalla Michelin per pubblicizzare lo pneumatico ZX.

Lo ricordate Bibendum, l’Omino della Michelin che indossava il casco mentre fluttuava nello spazio? La musica celestiale che lo accompagnava era proprio quest’ultima, e la versione offerta da James Last, credo di averla gustata migliaia di volte, nel corso della mia vita, sempre più rapito e affascinato a ogni nuova esecuzione.

Ricordo di averla ascoltata una sera, al buio, seduto sul divano, ammaliato dall’atmosfera quasi soprannaturale che procurano quei suoni, e pian piano mi sono sentito “mancare”…

”Ronf”, “ronf”, fino a quando Grazia non mi ha dato uno scossone, e mi sono risvegliato…

A me capita di russare, qualche volta, ma ho amici (tre, in particolare) che russano in un modo tale che voi umani non potete neppure immaginare!

Chi sono? Non svelerò mai i loro nomi, neanche se mi scannassero.
Al massimo, posso rivelare che nessuno dei tre è anoressico.

Così mi è venuta l’idea: è stato un gioco da ragazzi, cane che non sono altro, mettere lo smart phone sotto il naso mentre dormivano, per registrare l’inenarrabile.
E poi è stata sufficiente una giornata al computer di taglia, cuci, incolla, assembla, filtra, seleziona, monta, con l’ausilio di un potente programma di editing musicale, ed è uscito il pezzo che potrete assaporare, se lo gradite.

Mi auguro che W.A. Mozart e James Last possano perdonarmi, perché l’intento era solo quello di divertirsi.
I miei amici invece mi hanno già perdonato, e quando hanno ascoltato la composizione, si dicevano l’un l’altro:

“Quello sei tu!
”, insomma, si riconoscevano in modo inconfondibile.

Ora lascio a voi giudicare…

Buon ascolto!
(tornate ad inizio articolo ed ascoltate il file audio)

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