Bisogna imparare ad amarsi
di John Comini

Avete notato che San Valentino quest’anno è caduto proprio nel primo giorno di Quaresima, cioè delle ceneri? Come diceva quel tale, in casa mia ho sempre l’ultima parola: Sì (amore)…


Don Francesco raccontava di aver ascoltato la confessione di un vecchietto, gentile e riservato, che dal primo giorno di nozze ogni sera mangiava la minestrina preparata dalla moglie. A lui quella minestrina non piaceva, ma per far contenta la moglie ogni sera diceva: è buonissima! E il bello è che la moglie non aveva voglia di preparare quella minestrina, ma pur di far contento il marito gliel’ha fatta… per tutta la vita! È una cosa da ridere, ma è anche commovente e tenerissima, non trovate?

Domenica 31 dicembre scorso, Festa della Santa Famiglia, alla Messa delle 10.30 sono state invitate le coppie di sposi di Gavardo che nell’anno 2017 hanno raggiunto un traguardo significativo di vita matrimoniale. Da “Il Ponte” trascrivo le coppie presenti:
 
65° Abastanotti Antonio e Poli Maria
 
56° Goffi Enrico e Scolari Anna
 
55° Modesti Antonio e Zambelli Caterina
 
54° Filippini Amerigo e Bresciani Gabriella
      Molesini Gianni e Barchi Adalgisa Gisella
 
53° Lavi Antonio e Bortolotti Elisa
      Giacomini Antonio e Campanelli Paolina
 
52° Orizio Mario e Gorlani Angela
 
50° Roner Italo e Crescini Miria
      Veneziani Angelo e Mora Lucia
      Andreassi Lorenzo e Giustacchini Lidia
      Bonomini Angelo e Agostini Pierina
      Bonvicini Carlo e Rivetta Aldina
 
45° Berta Elio e Zangiacomi Battistina
      Scalfi Domenico e Portesi Anna
 
40° Bettini GianPietro e Bussi Giulia
      Rossi Bernardo e Bonvicini Maria
      Franceschetti Fausto e Persavalli Ornella
 
35° Lani Guido e Mora Marzia
      Baronchelli Sergio e Pancrazi Merilde
 
25° Scotuzzi Mario e Broli Maria
       Romano Ilario e Leggerini Roberta
 
10° Tavernini Simone e Grumi Silvia
 
Auguri a tutti, ma proprio tutti, anche a chi non è nell’elenco. Da chi festeggia le nozze di quercia (80 anni!), o di platino (75), da Antonio e Maria che han festeggiato le nozze di zaffiro agli sposi che quest’anno festeggiano le nozze di carta (1 anno).
 
Mio fratello Dino il 5 febbraio ha festeggiato le nozze d’oro con la moglie Camilla. Sono sposati dal 1968 e le foto si riferiscono al viaggio di nozze a Roma, ad una gita a Venezia con il piccolo Marco, ai festeggiamenti con figli e nipoti… e a quando Dino era libero e felice con gli Alpini in fureria, a Merano. Agli sposi dedico la canzone dei Pooh (che, come diceva Fiorello, sono come le tasse: le levano le levano ma ci sono sempre, eh eh eh)
 
“Quel 25 aprile la guerra era di casa
pioveva forte fuori dalla chiesa.
La fame era nell'aria, la vita una scommessa
ma il prete continuava la sua messa.
Tu col vestito bianco, tu con le scarpe nuove,
vi siete detti sì, davanti a quell'altare.
E insieme per la vita vi siete incamminati
tra il tempo, le promesse e le speranze…
Quel 25 aprile ritorna tutti gli anni
e tutti gli anni vi ritrova insieme.
Avete visto il mare e il secolo cambiare
il Papa buono e l'uomo sulla luna.
C'è chi vi chiama nonni
e che c'ha già vent'anni,
è il tempo che trascorre ma non passa…
Ma sarà fatalità, fortuna o che ne so
ma siete ancora insieme.
E sembra amore nato ieri
e invece sono già cinquanta primavere…
Quel 25 aprile pioveva e gli invitati
dicevano "Che sposi fortunati".
 
Anche Paola Rizzi, la mitica Signora Maria, lo scorso settembre ha festeggiato il 25° (nozze d’argento) con Giovanni Antonelli. Hanno fatto una bellissima festa in Tesio, con i figli Enea, Nicolò e Noemi, con parenti e amici (e il grande don Flavio). C’era il fantastico Santino Maioli con la chitarra e abbiamo cantato allegre canzoni.

Il biondo Nicolò ha suonato il pianoforte e io, tra un dolce e l’altro, ho letto questo messaggio:
 
“Cara Paola, 25 anni fa sei convolata a giuste nozze con il tuo Giovanni. Sono certo che, come adesso, ne eri follemente innamorata. Talmente innamorata che ti sembrava davvero il Principe Azzurro dei tuoi sogni, e quando la sera veniva a trovarti in bicicletta, tu lo immaginavi su un cavallo bianco, mantello azzurro e capelli biondi al vento. Certo tu non immaginavi che il tuo Giovanni così bello, simpatico e teneramente innamorato, fosse anche un uomo pieno di energia, di vitalità, di entusiasmo. Tu lo immaginavi tranquillo, fantasticavi che al mattino ti portasse la colazione a letto, mentre tu beatamente aprivi gli occhi… e poi con una tenera carezza ti diceva piano “arrivederci, Paolina mia” e senza far rumore chiudeva la porta di casa e ti lasciava dormire tranquilla ancora per un’oretta. E poi a mezzogiorno tornava, stanco del lavoro, e ti faceva mille complimenti per la tua pastasciutta piena d’amore, e se ne stava tranquillo ad ammirarti mentre tu gli raccontavi le vicende della mattina. E poi immaginavi il tuo Giovannino fare un breve riposino a letto, e poi lo vedevi ripartire per il lavoro esclamando: “A stasera, tornerò più presto che posso, Paolina mia!”. Sé ciao! Giovanni è un uomo impegnatissimo, corre in palestra, legge libri e riviste, partecipa a dibattiti e sta ore al computer.
 
Ma anche tu, caro Giovanni, immaginavi che la tua donna del cuore ti aspettasse sull’uscio quando tornavi la sera, stanco del lavoro, e ti preparasse in silenzio la minestrina col dado, e poi se ne stava calma e placida ad ammirare il focolare, abbracciata con te, mentre il sole svaniva all’orizzonte e la luna degli innamorati splendeva nella notte serena. Sé ciao! Non sapevi che tua moglie è un concentrato di energia allo stato puro. Saltella in palestra, corre alle associazioni di volontariato, fa mille incontri e, quando la sera potrebbe riposarsi, studia la parte o fa gli spettacoli.  

Cara Paola, caro Giovanni, avete creato una famiglia meravigliosa, ricca di figli, ricca d’amore. Nella vostra vita ci sono stati momenti di gioia e di tristezza, momenti di grande felicità e di dolore, momenti di serenità o di preoccupazione. Ma ogni volta avete sempre risposto con l’amore. Perché, come dice il poeta, non esiste amore sprecato e perché non esiste un’emozione più grande di sentire quando siamo innamorati, che la nostra vita dipende totalmente da un’altra persona. Le cose più importanti sono le più difficili da dire perché le parole le rimpiccioliscono… allora siamo qui per dirvi una parola, una sola: Grazie!”.
 
E poi, citando un brano della signora Maria…
 
“Cara Paola, caro Giovanni: podress dif che il vostro matrimonio sarà tutto rose e fiori, che sarà eterno amore. No eh! Mè le bale le chente mia sé. Ve dise apena che dele olte ve ciapirì per el col,  dele olte garì voia de turnà endrè… atenti petei, che se fa prest a dì basta e a sparter i cuciar, un computer a mé e la bici a tè, el Nicolò a mè e la Noemi a tè, e l’Enea el taiom a metà che tanto l’è grand. Però ve dise che se voter ve vulì bè, töt el rest el chenta mia… E tutti insieme vi cantiamo…
Dille dille dille alla mia sposina che io l’amo che l’amo tanto, di un amore sincero e santo, e le mie gioie le mie gioie e i miei dolor… ”.
 
Con l’amico Luca abbiamo cantato la canzone Paolice sull’aria di Alice di De Gregori.
 
“Giovanni guarda il gatto che si abbronza sotto il sole
in via Fornaci va una motoretta
Noemi al primo piano è lì tranquilla che si guarda nello specchio 
e apre un libro senza fretta
e il Nicolò biondo più che mai 
sorride per il basket parte già, ma tutto questo Giovanni già lo sa.
Ma io non ci sto più! gridò il Giovanni e poi
i figli pensarono nella stanzetta: papà è impazzito oppure ha saputo
Paola vuole una festa e lei lo sa se fa così ce la farà…
Il Giovanni conta gli anni: 25 non son pochi
mentre l’ora di pranzo si avvicina
Enea perduto nella pioggia sta aspettando nel quartiere
la morosa assai carina 
e rimane lì a bagnarsi ancora un po’
la laurea piano piano arriverà, ma tutto questo Giovanni già lo sa.
Ma io non ci sto più! E il pranzo lo fate voi
I figli pensarono dietro ai fornelli “papà è impazzito oppure è affamato”
la Paola è ancora a scuola e lui lo sa e a fare il cuoco gli toccherà.
Giovanni guarda il gatto, il gatto dorme sul tappeto
in via Fornaci splende una gran luna
Paola gli dice sul più bello che stasera ha uno spettacolo
ma tu pensa che fortuna!
Non gli chiede mai sei d’accordo oppure no?
la siura Maria vaga qua e là  e il Giovi in cuor suo pensa “Và a c…!”
Ma io non ci sto più! gridò il Giovanni e poi
gli fanno coraggio i tre figli belli: “Te toca fa sito oppure stai muto
25 anni che comanda e lei lo sa per altri 100
mai se ne andrà…”.
 
Auguri a tutte le persone che si vogliono bene, anche a quelle che si lasciano senza farsi male. Come canta Ornella Vanoni:
 
“Bisogna imparare ad amarsi in questa vita
bisogna imparare a lasciarsi quando è finita
e vivere ogni istante fino all’ultima emozione
Hai preso dolcezza da ogni dolore
conservo l’infanzia la pratico ancora
abbracciami ancora una volta mi basterà…
Bisogna imparare ad amarsi bisogna imparare a lasciarsi
bisogna imparare ad amarsi, a perdonarsi 
Giorno per giorno senza sapere 
cosa mi aspetta ma voglio vedere…”
 
Questa canzone piace molto a mia moglie Emi, con la quale ho festeggiato il 40° (nozze di rubino, non so se mi spiego) . Come le dico sempre: cosa farei senza di te? Stares benone!
 
“A ciascuno di noi il fato ha destinato una donna, se riusciamo a sfuggirlo siamo salvi”.
 
Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo
 
Maestro John Comini
 
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