In azienda per imparare
di val.

Dalla Polonia, dalla Germania e dalla Francia. Con Erasmus, Arten di Prevalle apre agli studenti europei. E quelli italiani? Mora: «Coi nostri è più difficile»



«E’ più semplice portare in azienda giovani studenti europei che far provare cosa significa lavorare agli studenti nostrani. Certo non per colpa dei ragazzi» così ci dice Fabrizio Mora, che insieme a Giovanna e a Lucia porta avanti le sorti della Arten fondata da Aristide Mora nel 1974.

Arten, con 28 addetti si occupa di lavorazioni speciali dell’acciaio inox
, con una professionalità tale che l’ha portata, ad esempio, a diventare leader mondiale nella produzione di portelli per cisterne, settore nel quale competono al mondo solo una decina di aziende.

«Nel 2016, più che altro per curiosità
– ci dice l’amministratore Fabrizio Mora -, con il supporto della Cooperativa Tempo Libero, abbiamo accettato di ospitare per alcune settimane il primo apprendista straniero, fra quelli impegnati nell’ultimo anno di formazione.
Si tratta di progetti sostenuti dalla Comunità europea».

Così a Prevalle è arrivato Mateusz, dalla Polonia.
«E’ incredibile come questo ragazzo si sia subito adattato alle modalità e ai ritmi di lavoro, e di come sia riuscito in poco tempo a superare le barriere linguistiche – aggiunge Mora -, insomma ci siamo convinti a riprovare l’esperienza».

Sempre nel corso del 2016 è stata la volta di Marius, dalla Germania.
Nel 2017 sono arrivati a Prevalle prima Evan, poi Nathan, che ha finito il suo periodo di apprendistato alla fine di dicembre, entrambi dalla Francia.

«Per tutti – ci dice Mora -, la stessa voglia di fare esperienza
e di confrontarsi con gli altri collaboratori.
Forse abbiamo perso un po’ di produttività nel gestirli, questi ragazzi, sicuramente ne abbiamo guadagnato tutti in soddisfazione e soprattutto in apertura mentale. Ed abbiamo capito meglio come va il mondo.
Sicuramente per il 2018 ripeteremo l’esperienza».

E poi diciamocela tutta, c’è di mezzo anche un po’ di orgoglio: «Se l’Europa ci manda qui i suoi giovani ad imparare vuol dire che in Italia non siamo proprio gli ultimi» conferma l’imprenditore.

Poi un rammarico: «Non è possibile che sia più semplice gestire i ragazzi in azienda con l’Erasmus europeo piuttosto che con la nostrana “alternanza scuola-lavoro”».

Proprio a questo proposito Mora lancia una proposta, dicendosi disposto a far parte di una cordata di imprenditori che se ne occupi: «Occorre che anche le nostre scuole siano messe in condizioni di far fare questo genere di esperienze ai ragazzi che si stanno formando.
Purtroppo troppi vincoli lo impediscono e troppo spesso gli studenti finiscono col fare le fotocopie in ufficio, invece che sperimentare il lavoro, specializzarsi per davvero e trovare in questo modo la giusta motivazione».

.in foto, nell'odine: Fabrizio Mora con Marius; Mateusz; Evan, Nathan.


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