Bresciaoggi vs Serle
di Ubaldo Vallini

Si arricchisce di nuove puntate la diatriba innescata fra il quotidiano bresciano, il sindaco e la comunità serlese


«Serle un paese di pistoleri» aveva titolato in prima pagina Bresciaoggi.
Una frase virgolettata che ha innescato una polemica fra il quotidiano e il sindaco di Serle, Poalo Bonvicini.

Quel che ne pensavamo a questo riguardo l’abbiamo già scritto nei giorni scorsi, fornendo ampiamente i dati necessari per approfondire le nostre deduzioni.

Sembrava quella solo una brutta pagina di giornalismo, invece, mercoledì scorso, ecco Bresciaoggi tornare nuovamente su Serle e a tutta pagina titolare «Il sindaco ce lo dica e staremo lontani» frase attribuita al popolare psichiatra, scrittore e sociologi Paolo Crepet il quale, incalzato dalle domande della giornalista bresciana Magda Biglia, spara a zero (verbalmente si intende) soprattutto contro il sindaco reo, a suo dire, di affermare che a Serle «è lecito sparare e che per un ladro vige la corda al collo».

Questa volta Bonvicini non si è rivolto a Bresciaoggi
, ma direttamente a Crepet, affermando ciò che fin dalla prima sentenza pronunciata su Mirco Franzoni ha sempre sostenuto e cioè che è giusto che la giustizia faccia il suo corso secondo quanto previsto dalle leggi dello Stato.

Crepet ha risposto così:

«Egregio signor sindaco, dott. Paolo Bonvicini, ho ricevuto la sua mail nella quale esprimeva amarezza per ciò che è stato riportato sul quotidiano BresciaOggi e attribuitomi.
Vorrei innanzitutto chiarire che non è mia intenzione in alcun modo, ne’ direttamente ne’ indirettamente, attribuire a lei e alla sua amministrazione alcuna nota critica sulle vicende di cui in cronaca, ma mi sono solo posto degli interrogativi legittimi.

Mi è stato raccontato di una comunità arroccata attorno al reo dell’omicidio, ma sono ben contento di venire da lei a sapere che non è così e che lei e la sua amministrazione siete di parere diverso.

Nella mia intervista ho voluto fare un ragionamento generale sul pericolo che stiamo correndo -parlo della nostra comunità- quando si perde il rapporto tra ciò è lecito e ciò che lecito non potrà mai essere, ovvero privare della vita un essere umano.

Ho detto e ribadisco che su questo, soprattutto oggi, occorre pretendere la massima chiarezza e la totale mancanza di ambiguità da parte di tutti i cittadini e di chi li rappresenta.
Non ho mai pensato che “difendersi da se’” accresca il grado della nostra civiltà, ma la fa sprofondare nel buio della storia più abbietta dell’umanità.

Se questo mio pensiero è stato in qualche modo frainteso e mal riportato, me ne dissocio totalmente.
Se le mie parole riportate sono sembrate offensive, ribadisco che non era certo mia intenzione e me ne rammarico, anche perché ciò sposta l’attenzione dal problema principale: ovvero che ogni cittadino è uguale davanti alla legge.

Con questo spero che il mio pensiero sia stato chiarito da ogni equivoco e mala-interpretazione.
Molto cordialmente,
Paolo Crepet».


Nonostante la campagna ormai scatenata di Bresciaoggi
tenda ad accreditare il fatto che a Serle tutti ritengono che Mirco abbia fatto bene a sparare a un ladro, questo non è vero.

Di più: lo stesso Mirco Franzoni non ha mai voluto affermare nulla del genere, limitandosi a raccontare la sua versione e ad accettare le conseguenze del suo gesto.
Chi gli è stato vicino, l’ha fatto per solidarietà umana, come si fa con i familiari e gli amici, soprattutto quando questi sbagliano. Non certo con l’intenzione di giustificare un omicidio o di affermare che bisogna prendere a fucilate i ladri.

Insomma: un’altra pagina di pessimo giornalismo, che sicuramente farà vendere a Bresciaoggi più copie, a discapito della sua autorevolezza, su questo non abbiamo dubbi.

Attenzione però: oggi è toccata a Serle e al suo sindaco, ma se modalità di "far sensazione" e di rialzare le sorti di un quotidiano è questa, domani certo toccherà ad altri.
Su questa questione gli amministratori bresciani tutti dovrebbero fermarsi un attimo a riflettere.

Spero che i lettori si attrezzino alla svelta e riescano a capire quali sono i giornali migliori e per trovare il modo di premiarli.
Altrimenti chi fa disinformazione, alla fine avrà sempre più ragione.


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