Disabilità invisibili
di Redazione

Sarà inaugurata questo sabato 10 febbraio presso gli Spedali Civili di Brescia la mostra fotografica promossa dall'Associazione bresciana incontinenti e stomizzati (Abis), con le opere realizzate dagli studenti del Fortuny ispirate a De Chirico


Sabato 10 febbraio
alle ore 11,00, presso l'ASST Spedali Civili di Brescia sarà innaugurata la mostra fotografica dal titolo "Disabilità invisibili", promossa dall'Associazione bresciana incontinenti e stomizzati (ABIS).

L'associazione, formata da pazienti portatori di stomia, si propone di supportare gli stessi attraverso il sostegno morale ed iniziative ricreative, volte anche a sensibilizzare l'opinione pubblica. Vivere con una sacca di raccolta per feci o urine applicata all'addome cambia in modo significativo la vita delle persone sia dal punto di vista pratico che psicologico. Ecco allora la necessità di avere a disposizione luoghi di cura, come gli ambulatori di stomaterapia, ma anche quella di ricevere gesti gentili da parte degli altri: anche abbracciare o lasciarsi abbracciare diventa difficoltoso, poichè ci si percepisce diversi e si ha paura di non essere accettati.

E' con questa filosofia che l'Associazione ha promosso un progetto didattico con la classa III R dell'Istituto M. Fortuny, che ha realizzato quattro sagome a grandezza reale da inserire all'interno della mostra.

Il progetto ha avuto lo scopo non solo di proporre un lavoro manuale, ma anche di di analizzare le tematiche di queste disabilità e il rapporto tra sentimenti e colore, rifacendosi alle figure già sviluppate da De Chirico e analizzandone i concetti.

In dicembre alcuni rappresentanti dell'Associazione Bresciana Incontinenti e Stomizzati e gli stomaterapisti degli Spedali Civili di Brescia hanno incontrato gli studenti e gli insegnanti della classe III R, con i quali si è condiviso il concetto di disabilità invisibile, attraverso le storie dei protagonisti delle fotografie.

Gli studenti hanno potuto comprendere anche le emozioni che attraversano i percorsi di malattia; emozioni negative come la paura, la rabbia, la frustrazione, ma anche positive come la gioia per aver superato una prova tanto difficile. Vi è stata poi un'analisi del significato dei colori e di come si possano associare alle emozioni.

Nei mesi di dicembre e gennaio gli studenti, con il supporto degli insegnanti, ispirandosi alle fotografie di Chiara De Marchi, hanno progettato e realizzato le sagome.

La scelta del colore base delle stesse, il nero, è stata una scelta tecnica per mettere in risalto i colori più vivaci, ma anche associata alla difficoltà del percorso del paziente che inizialmente è sopraffatto dalla paura e dalle incertezze. Il nero infatti nella cultura occidentale è associato alla sofferenza e alla paura; dal nero scaturiscono però colori brillanti che si contrappongono per dare un equilibrio cromatico che si riflette anche in relazione alle emozioni.

Troviamo allora il rosso che esprime rabbia e pericolo che si contrappone al verde che dona armonia e tranquillità; l'arancione che dona energia contrapposto al blu che riflette la calma. Infine in ogni sagoma compare una nota di giallo, il colore che rappresenta la felicità, quella felicità che ognuno può ritrovare nella semplicità degli affetti e nelle cose di ogni giorno.

Gli studenti hanno svolto un ottimo lavoro, interpretando ed esprimendo, attraverso manichini senza volto e i colori, le emozioni e gli stati d'animo che accompagnano il percorso di malattia.

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