Il collezionista di casacche
di Luca Rota

La figurina di questa settimana possiede una carta d’identità (calcistica) assai variegata


Due le uniche voci immutabili. Ruolo, attaccante; segni particolari, punta moderna, elegante e completa, capace di giocare sia da centravanti che in coppia col centravanti.
Uno con i numeri giusti, nato per sua sfortuna, in un’era di sovrabbondanza indescrivibile se si parla di talenti e di campioni.

Nicola Amoruso nasce calcisticamente in quel di Genova, sponda blucerchiata, dove giovanissimo si affaccia nella massima Serie.
L’anno seguente ritorna in terra di Puglia, in B ad Andria. Nella Fidelis segna con costanza e si guadagna il ritorno in serie A, stavolta coi colori del Padova.
Anche in Vento segna tanto, così da attirare l’attenzione della Vecchia Signora, pronta ad acquistarlo senza badare a spese.

Diventa così la quarta punta juventina
dell’era d’oro lippiana.
Nick “Dinamite” però non si accontenta di scaldare la panchina del Delle Alpi. Nei tre anni a Torino vince tanto, e da il suo importante contributo ogniqualvolta viene chiamato in causa.

Segna tanto anche in bianconero, ed è riserva di lusso, anche se complici anche i ripetuti infortuni di Boksic e Padovano, lo ritroviamo spesso titolare in coppia con Del Piero, o con l’altra riserva “speciale” bianconera; un certo Christian Vieri.

Dopo tre anni alla Juve ha inizio una lungo esodo, che lo porta a girovagare per lo Stivale, cambiando ben undici squadre in dieci anni.
Dal Perugia al Napoli, poi Como, Modena (compresi due ritorni, alla Juve e in Umbria), Messina e Reggio Calabria.
In amaranto rimane per ben tre stagioni, segnando gol a raffica e raggiungendo una insperata salvezza in coppia con Rolando Bianchi (i reggini partivano da -11).

Lascia lo Stretto per un nuovo ritorno a Torino, stavolta per vestire granata, e l’anno seguente ritorna in bianconero, quello senese però.
Piccola parentesi in un Parma appena ritornato in A, e per concludere Bergamo, dove l’unica rete messa a segno prima del ritiro, proprio contro l’amata Juve, gli vale un record ad oggi eguagliato (pochi mesi fa) dal solo Marco Borriello.

Amoruso è l’unico calciatore ad essere andato a segno con ben dodici squadre diverse nella massima Serie.
Altro record detenuto dalla punta pugliese, è quello di aver indossato ben tredici casacche diverse in A.

Se poi si contano i quasi 130 gol messi a segno in sedici anni di massima Serie, ecco che spunta fuori un altro record: è il calciatore più prolifico di sempre a non aver mai indossato l’azzurro (quello della nazionale maggiore, perché azzurrino lo fu nel ‘96).

Non male per un girovago dalla riccioluta chioma e dal gol facile, che dalla Sicilia, al Piemonte, attraversando l’intero Stivale, ha segnato tanto e in tanti posti diversi.

Un collezionista di casacche, elegante e letale in area, goleador nomade e professionista leale come pochi.
Nicola Amoruso da Cerignola, per i tifosi Nick “Dinamite”; e i soprannomi non ce li si guadagna per puro caso.


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