Anche io sono razzista
di Luca Rota

È mai possibile che nel 2018 si parli ancora di razzismo e xenofobia? In un mondo multietnico e multiculturale com’è il nostro, fa ridere sul serio sentire ancora la parola “razzismo” 


O forse più che da ridere ci sarebbe da piangere, soprattutto se guardiamo al grado di alfabetizzazione (presunta o tale) raggiunto dalla nostra società. Se certi discorsi potevano essere giustificabili in tempi di forte analfabetismo, oggi non lo sono più. 
 
A mio avviso esistono solo gli esseri umani, e tra essi quelli buoni e quelli cattivi. Che poi siano neri, gialli, bianchi, rossi o come li si voglia vedere, saranno anche fatti loro. Uno non sceglie il colore della pelle, degli occhi o dei capelli, né tantomeno deve vergognarsi se proviene da Madrid, da Tirana, da Kabul o da Seul, piuttosto che da Pordenone, da Catania o da Novara. Per come la vedo io, esistono soltanto gli esseri umani, e si dividono in buoni e cattivi. 
 
Quindi anche io sono razzista, ed in modo convinto e diretto. Ce l’ho con i cattivi, con chi aizza l’ignoranza contro la diversità, con chi affama la gente e dice loro che è colpa di altra povera gente. Sono razzista perché ce l’ho con chi fomenta l’odio per trarne guadagno e consenso, con chi racconta favole amare a chi non può permettersi i sogni. Ce l’ho con chi semina odio e discordia, mentre potrebbe benissimo veicolare messaggi di pace e mitezza.
 
Sono razzista perché ce l’ho con i cattivi, che sono anch’essi facenti parte della sola razza che conosco: quella umana. 
  
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